Con Pagliara a lezione per passione

L’architetto Nicola Pagliara, professore ora in pensione presso la facoltà di architettura della Federico II, terrà un ciclo di lezioni rivolte agli studenti della facoltà ma anche a tutti coloro che sono interessati a scoprire i numerosi lati ignoti della materia.
Fautore di importantissime opere ospitate e recensite dalle più note riviste nazionali ed internazionali, ha deciso di fornire il suo contributo formativo attraverso 14 lezioni. Il vasto programma, che terminerà nel maggio 2011, prevede due appuntamenti mensili composti da un’ora di lezione ed un’ora seminariale. Per tutti coloro che avranno preso parte ad almeno 12 lezioni è prevista l’assegnazione di due crediti formativi.
Abbiamo chiesto al prof. Nicola Pagliara com’è nata l’idea delle lezioni e come sfruttarle al meglio per la propria formazione.
Professore, da dove è partito lo stimolo a realizzare un programma così vasto e complesso?
“Prima di tutto dalla passione. Anche se non sono più un docente, l’amore per l’insegnamento non mi ha mai abbandonato, non potrei fare a meno di istruire le menti più giovani. In secondo luogo da una delle piaghe della modernità universitaria: la mancanza di docenti. Gli studenti devono essere spronati a conoscere sempre più cose ma senza delle guide è molto complicato. Tanti mi hanno chiesto di tenere questo ciclo di lezioni e io ho accettato volentieri”.
Tra i prenotati ai suoi incontri molte persone esterne alla facoltà. Da cosa dipende?
C’è molta sete di sapere. In periodi travagliati come questo è compito dei docenti e dei formatori capire che i ragazzi non sono fannulloni e che quindi devono avere accesso a tanti servizi di qualità. Altro motivo per cui abbiamo attirato tanti prenotati esterni sono sicuramente i temi delle lezioni. Non si parla di architettura nella sua complessa fattispecie ma si tocca la morale, la psicologia, la tradizione”.
Quali gli appuntamenti più interessanti?
“La lezione di venerdì 26 novembre “Esiste la ‘creatività’? Come avviene che cambino i segni delle forme?” è estremamente interessante. In cinquant’anni ho cercato più volte di spiegare che nulla si può creare, l’unico creatore è Dio. La creatività è inesistente, è, più precisamente, metabolizzazione della memoria. Ma anche venerdì 18 febbraio con “Alessandro Magno, Gaugamela, le sue città di fondazione; il nodo di Gordio e il significato di modernità” in cui affiancheremo la figura dell’illustre politico alla modernità attraverso il nodo gordiano. Durante tutto il ciclo mi avvarrò della collaborazione di 15 docenti sia della facoltà che esterni come il prof. Marselli della Parthenope, il prof. De Fusco e il noto scrittore e regista Santanelli”.
Il 18 marzo è in programma la visita guidata ad un cantiere. E’ stato già selezionato?
“Si, ed è il cantiere a cui sto lavorando attualmente: la biblioteca scientifica del Campus di Fisciano. Credo sia importante dare ai ragazzi una dimostrazione pratica del lavoro, in fin dei conti ai ragazzi interessa imparare sul campo. Quello di quest’anno è un esperimento: riuscire ad integrare la necessità della teoria attraverso le lezioni e la pratica con le ore seminariali e la visita guidata al cantiere, speriamo di riuscire!”

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