Per il Codacons con «questi metodi si impedisce di fatto il libero accesso al mercato del lavoro, che non può che essere regolato dalla legge della domanda e dell’offerta e non da barriere all’ingresso antistoriche e anacronistiche».
«È incomprensibile – ha detto il presidente del Codacons, Marco Maria Donzelli – come un test di un centinaio di domande da fare in poche ore, in cui agitazione ed emotività possono incidere pesantemente sul risultato finale, possa contare qualche cosa a fronte di un voto finale per l’esame di maturità fatto alla fine di un percorso durato ben 5 anni. Limitare l’accesso allo studio, senza peraltro criteri di selezioni effettivamente meritocratici, a fronte di Paesi emergenti che contano un numero di laureati assai maggiore rispetto al nostro, significa collocare l’Italia alla deriva del mondo».