Che cos’è. In che cosa consiste quest’ultima trovata? “Negli altri paesi gli insegnanti – ha spiegato il ministro – quando vanno al museo non pagano, viene considerato aggiornamento professionale. Stiamo lavorando al progetto con Bondi. E chiederò, già sapendo di suscitare uno scandalo, anche l’aiuto dei privati. Fanno bene aziende e banche a sponsorizzare le squadre di calcio ma diano una mano anche alla scuola. La Carta per i professori prevede agevolazioni per l’accesso ai servizi culturali e spero possa contare, oltre che su risorse racimolate all’interno del ministero, anche sull’aiuto dei privati”.
L’idea ‘rubata’. Una proposta, quella della Carta-per-gli-insegnanti, contenuta proprio nell’opera del popolare conduttore di Ballarò: “Mi ha quasi ‘rubato’ l’idea”, replica bonariamente la Gelmini a Floris. Ma la mattinata trascorsa al Liceo Scientifico Isacco Newton di Roma non è stata caratterizzata soltanto da questo simpatico siparietto. Nell’affollata Aula Magna la platea dei docenti applaude, anche se non mancano le contestazioni: “Anziché aumentarci gli stipendi, ci darete una carta di povertà!”.
Basta retorica. Alcuni insegnanti precari presenti in sala non hanno gradito l’ennesima uscita-spot del ministro: “Noi contestiamo la retorica che fa sulla qualità della scuola”. A parlare è una docente precaria da cinque anni di un istituto della provincia di Roma: “È offensivo che la Gelmini continui a parlare della scuola come di un ammortizzatore sociale, perché per noi precari non è facile arrivare a settembre e non sapere se saremo di nuovo assunti – conclude la precaria – in questo modo noi non riusciamo a mantenere la qualità della scuola. Il ministro ha ignorato sulla questione le parti sociali”.
Manuel Massimo