L’Università le aveva annullato la laurea in Medicina dopo dieci anni perché aveva smarrito i documenti che certificavano il superamento degli esami fatti durante l’Erasmus, mettendo in discussione che la studentessa li avesse mai fatti davvero. Di conseguenza erano state dichiarate nulle anche l’abilitazione alla professione medica e l’accesso alla scuola di specializzazione. Il Tar, dando ragione alla dottoressa, assistita dall’avvocato Saverio Profeta, ha bacchettato l’Ateneo, accogliendo il ricorso della professionista e annullando tutti gli atti accademici che rischiavano di bloccare la carriera della specializzanda.
La laurea in Medicina
La studentessa si è laureata a Bari a ottobre 2013 con votazione di 110 su 110. Nel corso degli studi universitari, durante gli anni accademici tra il 2008 e il 2009, aveva partecipato al progetto Erasmus e nell’Università di Valladolid, in Spagna, aveva sostenuto gli esami del piano di studio e altri due non pianificati. O almeno così risultava sul libretto online “Esse 3” di Uniba e nei “trascripts of records” emessi dall’ufficio Erasmus dell’Università spagnola. Concluso il periodo di mobilità, l’Università di Bari dava seguito al riconoscimento dell’intera attività formativa svolta all’estero, assegnando alla studentessa i relativi crediti formativi, anche se le date di due degli esami sostenuti in Spagna risultavano eseguiti in giorni festivi, la qual cosa avrebbe poi indotto l’Università barese a supporre che il “transcript of record” recasse contraffazioni, escludendo l’ipotesi – “più semplice e accessibile» secondo i giudici – che contenesse «meri errori di trascrizione”.
Nel corso dei successivi anni accademici a Bari, la studentessa ha superato con profitto i restanti esami previsti dal corso di studi, completando il percorso formativo universitario. Dopo il tirocinio ha superato l’esame di stato propedeutico all’iscrizione all’Ordine professionale dei Medici e Chirurghi e da febbraio 2014 è stata abilitata all’esercizio della professione. Ha lavorato come medico penitenziario nell’istituto minorile e nelle carceri di Bari e Turi, in poliambulatori di medicina generale e come medico civile addetto al servizio sanitario medico per l’assistenza alle esercitazioni alla Legione Allievi Guardia di Finanza di Bari.
A maggio 2021, poi, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha bandito il concorso per l’ammissione alle Scuole di specializzazione, che la professionista ha cominciato nell’Area servizi clinici di Anestesia Rianimazione, Terapia Intensiva e del dolore dell’Università degli studi di Foggia. Qui ha frequentato il primo dei cinque anni, per poi trasferirsi a Bari.
L’annullamento
A settembre 2023 l’Ateneo barese ha comunicato alla dottoressa che, “nell’ambito dei controlli amministrativi finalizzati al trasferimento dalla Scuola di specializzazione di Foggia a quella di Bari»2 sarebbe risultata l’assenza della documentazione comprovante il superamento degli otto esami sostenuti nell’Università di Valladolid, chiedendo alla stessa ricorrente di fornire “maggiori informazioni, anche a mezzo di comprovante documentazione a supporto, riguardo l’Università estera ospitante presso la quale, nel corso dell’esperienza Erasmus, sono stati sostenuti i suindicati esami, nonché il periodo di superamento degli stessi”.
La dottoressa ha trasmesso un certificato di laurea rilasciato dalla medesima Università di Bari a giugno 2015, con espresso riferimento agli esami in questione, con voto conseguito e data di superamento. A ottobre, però, le veniva comunicata “la sospensione immediata della formazione specialistica” in attesa di chiarire la questione, ammettendo lo smarrimento di parte della documentazione relativa al periodo spagnolo e chiedendo i documenti anche all’Università di Valladolid. A dicembre 2023, veniva “dichiarata l’inesistenza giuridica e/o la nullità della laurea” e conseguentemente la nullità dell’iscrizione all’Ordine dei Medici e dei Chirurghi. Secondo i giudici del Tar l’iter seguito dall’Ateneo per le verifiche sarebbe “carente di prova documentale”, essendo pacifico che l’Università abbia smarrito la documentazione formata tredici anni prima
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