Tra le motivazioni, si legge nell’appello, “il pluridecennale processo decisionale che ha condotto a questa situazione è stato sempre afflitto da una scarsa considerazione del contesto tecnologico, ambientale ed economico tale da giustificare o meno la razionalità della scelta, data sempre per scontata dal mondo politico, imprenditoriale e dell’informazione, come assoluta fonte di giovamento per il Paese.
Tuttavia è ormai nota una consistente e variegata documentazione scientifica che contraddice alcuni assunti fondamentali a supporto dell’opera e ne sconsiglia nettamente la costruzione, anche alla lucedi scenari economici e ambientali futuri del tutto differenti da quelli sui quali, vent’anni fa,si è basato il progetto”.
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