A gennaio previsti 500mila nuovi posti di lavoro ma operai, artigiani e tecnici restano i profili più introvabili dalle aziende

A gennaio ci saranno almeno 500mila nuovi posti di lavoro (che diventeranno 1,2 milioni a marzo) ma restano ancora tanti, troppi, quelli che resteranno desolatamente vuoti perché le aziende fanno fatica a trovare i profili giusti. Anche il 2022 è destinato a passare alla storia come l’anno in cui le imprese vorrebbero assumere ma non possono a causa dell’impossibilità di trovare profili professionali adeguati alle loro richieste.

L’allarme arriva dal bollettino periodico di Unioncamere-Anpal, pubblicato oggi da Repubblica, in un si parla di una disponibilità da parte delle aziende ad assumere mezzo milione di persone solo nel mese di gennaio ma in quattro casi su dieci (soprattutto operai, artigiani e tecnici) il profilo non si trova.

Il settore con più difficoltà nella ricerca di personale adeguato è quello delle costruzioni (il 53,3% dei profili ricercati resta scoperto), seguito dall’industria del legno (53%), settore metallurgico (52,5%), servizi informatici e tlc (51,9%). Le figure più difficili da trovare sono i tecnici informatici e delle tlc (68,1%), gli operai e artigiani del legno (67,9%), i fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica (62,4%), gli artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (62,3%) e gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (61,9%). Per cercare di superare questo blocco le aziende sono disposte ad assumere figure con competenze simili (38,6% dei casi) e nel 17,2% dei casi sono disposte anche ad offrire uno stipendio più alto.  

Per quanto riguardo le assunzioni che si dovrebbero attivare da qui fino a marzo, in testa alla ricerca di manodopera c’è il settore dell’industria (150mila assunzioni), le imprese delle costruzioni (46mila), i servizi alle imprese (142mila), seguiti da commercio (62mila) e servizi alle persone (56mila).

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