Milano torna al primo posto nella classifica della qualità della vita 2025. Lo conferma l’indagine annuale di ItaliaOggi e Ital Communications, realizzata con l’Università Sapienza di Roma. Il capoluogo lombardo ottiene risultati molto alti nei servizi, nel reddito, nelle infrastrutture e nella vitalità economica. Subito dopo si collocano Bolzano e Bologna. Per Milano e Bolzano è una conferma. Bologna invece migliora di una posizione rispetto allo scorso anno.
La graduatoria registra anche movimenti importanti. Monza e Brianza scendono di due posti. Rimini e Ascoli Piceno salgono con forza e guadagnano oltre venti posizioni. Rimini arriva al dodicesimo posto e Ascoli Piceno al quindicesimo. In coda alla classifica restano Caltanissetta, Crotone e Reggio Calabria. Caltanissetta chiude all’ultimo posto. Crotone perde cinque posizioni e scende al 106°. Reggio Calabria sale di un posto. Tra i peggioramenti più netti figurano Foggia, che passa dalla 93ª alla 104ª posizione, Pordenone che scivola dalla nona alla ventitreesima e Gorizia che arretra dalla ventiseiesima alla cinquantaduesima.
Lo studio analizza nove grandi aree: lavoro, ambiente, istruzione, popolazione, sicurezza, reddito, welfare, sanità e cultura. Le 107 province sono divise in cinque cluster territoriali: Mediterraneo, Francigena, Adriatico, Padania e Metropoli. La qualità della vita risulta buona o accettabile in 60 province su 107. È un dato inferiore rispetto agli ultimi anni e conferma un peggioramento generale.
Il rapporto mette in luce un fatto già noto. Il divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno resta molto ampio. Nel Sud persistono forti aree di disagio sociale. Nel Nord-Ovest si registra un piccolo arretramento: 19 province su 25 rientrano nei livelli di qualità buona o accettabile, due in meno rispetto allo scorso anno. Il Nord-Est mostra invece un andamento più positivo. Nell’Italia centrale c’è un lieve miglioramento. Nel Mezzogiorno solo L’Aquila rientra nella fascia di qualità accettabile, mentre lo scorso anno ne facevano parte anche Pescara e Teramo.
Per Alessandro Polli, docente di Statistica economica alla Sapienza, l’indagine resta uno degli strumenti più completi a disposizione. Si basa su 97 indicatori e offre un quadro molto preciso del contesto locale. Secondo Polli, l’edizione 2025 conferma tre tendenze chiare: il divario crescente tra un Centro-Nord più solido e un Mezzogiorno più fragile, la presenza di vaste aree di disagio nel Sud e il ruolo sempre più forte delle città metropolitane del Centro-Nord, che mostrano una maggiore capacità di resistenza anche in un periodo complesso.
Il rapporto descrive un Paese che cambia in modo irregolare. E evidenzia quanto sia necessario intervenire per colmare le distanze tra i territori.
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