Il Mali si trova nuovamente in grave difficoltà. Alcune zone della capitale Bamako sono paralizzate da settimane a causa di un assedio economico imposto dal gruppo jihadista Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM), affiliato ad al-Qaeda. L’obiettivo è mettere sotto pressione la giunta militare al potere dal 2021, privando il Paese del carburante.
Il prezzo della benzina è aumentato del 500 %. È passato da circa 25 a oltre 130 dollari al litro. Alle pompe rimaste aperte si formano lunghe code. Il JNIM ha bloccato le principali rotte dei camion cisterna e bruciato numerosi mezzi di trasporto di carburante, compromettendo le importazioni dal Senegal e dalla Costa d’Avorio.
Le conseguenze sono già evidenti. Scuole e università resteranno chiuse almeno fino al 10 novembre, come annunciato dal ministro dell’Istruzione Amadou Sy Savane. La carenza di elettricità ostacola anche le operazioni delle forze armate, impegnate a scortare convogli e difendere infrastrutture critiche. Diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli da e per il Paese.
La crisi ha spinto gli Stati Uniti e il Regno Unito a ritirare il personale non essenziale dalle rispettive ambasciate. Anche la Farnesina sconsiglia fortemente di recarsi in Mali, invitando gli italiani presenti a lasciare il Paese. Washington ha invitato i propri cittadini a «lasciare immediatamente» il territorio. Londra ha confermato un ritiro temporaneo di parte dello staff diplomatico.
Nel frattempo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in missione in Niger, ha espresso «forte preoccupazione» per la situazione di instabilità che rischia di travolgere l’intera area del Sahel, sottolineando l’impegno dell’Italia nel sostegno ai Paesi africani colpiti dal terrorismo jihadista.
L’instabilità in Mali è vista come un pericolo per l’intera Africa occidentale. La crisi e la proliferazione delle cellule jihadiste potrebbero avere ripercussioni anche sui Paesi vicini, come il Niger e la Guinea-Bissau, già segnalati per colpi di Stato e crescente insicurezza.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv





