Maria Corina Machado ha vinto il Premio Nobel per la Pace 2025.
Lo ha annunciato l’Istituto Nobel a Oslo, riconoscendole “un impegno instancabile nella difesa della democrazia e dei diritti civili” in Venezuela.
La leader dell’opposizione, perseguitata dal regime di Nicolás Maduro e costretta da mesi alla clandestinità, ha dedicato il riconoscimento “a tutto il popolo venezuelano che continua a credere nella libertà”.
Un Nobel che parla di resistenza
Il Comitato ha spiegato che la scelta di premiare Machado nasce dal suo ruolo nel promuovere una transizione pacifica e rappresentativa in un Paese dove le elezioni sono state spesso manipolate e le opposizioni represse.
La motivazione cita “il coraggio e la coerenza personale” di chi ha continuato la lotta democratica anche sotto minaccia diretta.
In Venezuela, Machado è considerata una delle voci più scomode del regime. Negli ultimi mesi si è spostata in modo segreto tra varie località per sfuggire a un mandato d’arresto, ma non ha mai lasciato il Paese.
Le dichiarazioni
L’oppositrice ha raccontato di non vedere i propri figli da oltre un anno e mezzo, ma di continuare a sentirli ogni giorno: “Sanno che la libertà ha un prezzo” ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. In Venezuela, continua Machado: “In cambio della liberazione di ostaggi, il regime chiede che i rispettivi Paesi non denuncino gli orrori che accadono. Ha funzionato così finora”.
Ha ringraziato Donald Trump per le sanzioni imposte al governo Maduro e ha espresso stima per Giorgia Meloni e Javier Milei, che — dice — “hanno avuto il coraggio di dire chiaramente da che parte stare”.
La risposta del Comitato Nobel
Interpellato sui motivi della scelta, il presidente del Comitato Nobel ha spiegato che il premio è “basato esclusivamente sul lavoro per la pace e la democrazia, non sull’immagine pubblica dei candidati”.
Una risposta implicita a chi, nei giorni scorsi, aveva ipotizzato la vittoria di Donald Trump, anch’egli tra i nomi circolati per il Nobel.
Un messaggio politico globale
Il riconoscimento a Machado assume una valenza simbolica forte: premia la democrazia in tempi di violenza, e riconosce il ruolo delle donne come protagoniste di processi di cambiamento in contesti di rischio personale.
Il Comitato ha parlato di “una voce libera che non ha scelto l’esilio, ma la testimonianza diretta”.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv