“Ritengo che lo sdegno e l’orrore per le migliaia di morti e per le inumane condizioni in cui il popolo Palestinese è costretto a sottostare a seguito dell’azione militare decisa dal governo ed attuata dall’esercito israeliano siano sentimenti condivisi”. A scriverlo è la rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni, in una lunga lettera nella quale risponde al Comitato Sapienza per la Palestina. “Sottolineate – scrive in un passaggio la rettrice – che non abbiamo esposto la bandiera palestinese in home page. È vero, ma come voi stessi riconoscete, abbiamo proposto azioni concrete, mettendo a disposizione risorse economiche e umane per offrire aiuto a quanti sono vittime delle brutalità che avvengono a Gaza. Abbiamo ovviamente orientato tale aiuto nella direzione del mandato che pertiene a una Università. Il nuovo bando di Solidarietà per la ricerca e la didattica di quest’anno ha visto premiati 16 progetti che provengono dalla Palestina (7 da Gaza, 9 dalla Cisgiordania). Le attività dei visiting professors riguarderanno diversi ambiti scientifici e culturali, con scopi didattici e di ricerca: dagli scavi archeologici all’utilizzo sostenibile delle risorse idriche sotterranee in Palestina, allo sviluppo di metodologie didattiche in contesti emergenziali. I nostri Ospedali Universitari, Policlinico Umberto I e Sant’Andrea hanno accolto pazienti da Gaza”.
Condanna escalation militare
“Abbiamo condannato esplicitamente – prosegue la rettrice in un altro passaggio – l’escalation militare israeliana, scegliendo però di esprimerci nei confronti di scelte e azioni, non di un popolo o di uno stato e rivendichiamo questa scelta. Vorrei davvero essere in grado di trovare risposte adatte a circostanze così terribili come quelle attuali. Voglio comunque registrare che le vostre valutazioni non corrispondono a quelle delle stesse autorità palestinesi, ultima la Ministra degli affari esteri dell’Autorità Palestinese, Varsen Aghabekian, che nella sua visita degli scorsi giorni presso il Policlinico Umberto I, ha manifestato esplicito apprezzamento per quanto da noi fatto. Ci esortate a vietare qualsiasi collaborazione istituzionale con le università israeliane. Noi abbiamo scelto di non aggiungere al dolore per le migliaia di morti civili anche lo spregio della libertà della ricerca e delle responsabilità individuali dei singoli ricercatori che ad essa si associa”.
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