L’Università Bocconi ha aperto oggi il suo 124° anno accademico con una cerimonia partecipata da studenti, docenti, alumni e ospiti nazionali e internazionali. Sul palco dell’Aula Magna si sono alternati il Presidente Andrea Sironi, il Rettore Francesco Billari e la keynote speaker Nadia Calviño, Presidente della Banca Europea per gli Investimenti ed ex vicepresidente del Governo spagnolo. Un evento che ha unito celebrazione e riflessione, toccando i temi centrali del futuro delle università: democrazia, ricerca, tempo, internazionalizzazione e inclusione.
Università e democrazia
“Quando si colpisce l’università, si colpisce la democrazia”. Con queste parole, Billari ha sintetizzato il messaggio della giornata, ricordando come gli atenei non possano rifugiarsi in una torre d’avorio ma debbano essere attori pubblici, capaci di elaborare pensiero libero e pluralismo.
Nell’intervista a CorriereUniv.it, il rettore ha ribadito: «In un’epoca di attacchi alla libertà accademica, come avviene oggi in alcune democrazie, la Bocconi ha il dovere di essere un bastione della democrazia. Siamo un’università che si occupa di scienze sociali e dobbiamo farlo senza compromessi».
Il tempo liberato dall’AI e il rischio della permaemergenza
Un altro filo conduttore del discorso è stato il tempo. Billari ha sottolineato come l’intelligenza artificiale stia paradossalmente liberando risorse temporali, ma che viviamo immersi in una condizione di “permaemergenza”: crisi ambientali, conflitti, pandemia. «Il rischio è rinunciare a pensare al futuro. Per questo – ha spiegato – avere con noi Nadia Calviño, a capo di un’istituzione che finanzia progetti di lungo termine, è stato particolarmente significativo».
Internazionalizzazione e apertura al mondo
I numeri danno la misura del cambiamento: quest’anno le domande ai corsi triennali hanno segnato un record, con un aumento del 25% degli studenti internazionali. Oltre il 64% delle candidature arriva dall’estero e, per la prima volta, gli Stati Uniti occupano il terzo posto dopo Francia e Turchia.
«Quest’anno il 50% degli studenti del primo anno non è italiano – ha detto Billari al direttore di CorriereUniv Mariano Berriola – ed è una sfida che ci rende orgogliosi. La nostra responsabilità è offrire un’istruzione internazionale, capace di ibridare discipline e affrontare la complessità del reale».
Competenze socio-emotive, non “soft skills”
Il rettore ha voluto anche correggere un linguaggio diffuso: «Non mi piace parlare di soft skills, perché sembra che siano competenze leggere e non educabili. Io preferisco parlare di socio emotional skills, competenze che si sviluppano in modo scientifico proprio all’interno del campus universitario, attraverso la relazione con docenti e studenti».
Un approccio che rientra nella missione più ampia della Bocconi: formare cittadini consapevoli, unendo teoria, sperimentazione e impatto sociale.
Inclusione e borse di studio
L’impegno per l’accessibilità è stato un altro tema centrale. Duemila studenti su 15mila non pagano la retta e un terzo usufruisce di agevolazioni economiche. «Siamo un’istituzione senza scopo di lucro, parte del privato sociale – ha ricordato Billari –. In Italia esiste un pregiudizio verso le università private, ma la Bocconi nasce fin dal 1902 con borse di studio, e continua a garantire oggi accesso e inclusione».
Le scelte difficili di un rettore
Gestire un’università come la Bocconi significa anche prendere decisioni impegnative. «Le scelte più difficili – ha spiegato – sono quelle che ci obbligano a lasciare andare il passato. A volte dobbiamo chiudere corsi storici per concentrare risorse su nuove sfide. Il rischio sarebbe restare ingessati dalla tradizione e rinunciare a innovare».
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