Professioni essenziali per l’inclusione e i diritti, ma ancora poco valorizzate
I lavori sociali in Italia sono oggi al centro delle grandi trasformazioni del Paese: invecchiamento demografico, aumento delle fragilità, bisogni educativi e nuove sfide di inclusione. In questo contesto emergono cinque figure professionali che rappresentano alcuni pilastri fondamentali del welfare italiano.
Educatore professionale
In Italia, secondo un’indagine del Sole 24 Ore, ci sono circa 110 mila educatori professionali attivi nei settori sociale e sanitario.
Questi operatori accompagnano minori, persone con disabilità o fragilità sociali in percorsi di crescita e autonomia, lavorando in comunità, scuole e servizi territoriali.
Il tema principale resta il riconoscimento del ruolo: contratti spesso temporanei e retribuzioni non sempre allineate alla complessità delle competenze contribuiscono a un turnover elevato, con il rischio di disperdere professionalità fondamentali.
Assistente sociale
Gli assistenti sociali rappresentano il primo punto di contatto tra cittadini e istituzioni per la tutela dei diritti fondamentali.
Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio (Flash UPB 1/2025), il numero di professionisti è cresciuto del 39,7% in tre anni, passando da 9.750 nel 2020 a 13.621 nel 2023.
Tuttavia, per rispettare il livello essenziale delle prestazioni (LEP) fissato a 1 assistente ogni 5.000 abitanti, mancano ancora oltre 1.100 unità in più del 40% degli ambiti territoriali sociali.
Psicologo scolastico
Secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità (2023), 1 adolescente su 4 in Italia manifesta sintomi di ansia o depressione.
Nonostante i fondi PNRR abbiano finanziato sportelli di ascolto e servizi temporanei, lo psicologo scolastico non è ancora una figura strutturale nel sistema educativo nazionale.
L’Ordine degli Psicologi sottolinea la necessità di stabilizzare migliaia di professionisti all’interno delle scuole, per garantire un supporto continuativo agli studenti.
Mediatore culturale
Con oltre 5,2 milioni di cittadini stranieri residenti (Istat 2024), la mediazione culturale è diventata un ruolo chiave nei servizi pubblici.
I mediatori operano in ospedali, scuole, centri di accoglienza e tribunali, facilitando la comunicazione tra culture diverse e supportando percorsi di inclusione.
In Italia non esiste ancora un albo nazionale e i percorsi formativi sono molto diversificati, motivo per cui la domanda di professionisti è destinata a crescere nei prossimi anni.
Operatore socio-sanitario (OSS)
Gli OSS sono indispensabili in RSA, ospedali e assistenza domiciliare, soprattutto in un Paese che invecchia rapidamente: quasi il 20% della popolazione supera i 65 anni, e secondo le proiezioni Istat nel 2050 l’8% avrà più di 85 anni.
La domanda di operatori crescerà di pari passo con l’evoluzione demografica, rendendo questa figura ancora più centrale nel sistema sanitario e assistenziale.
La carenza di figure sociali non è solo una questione occupazionale, ma riguarda la tenuta del welfare e la garanzia dei diritti fondamentali.
Investire su educatori, assistenti sociali, psicologi scolastici, mediatori culturali e OSS significa rafforzare i servizi essenziali, combattere le disuguaglianze e affrontare le sfide di una società in rapido cambiamento.
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