“Economia non è una materia tecnica e arida: è il cuore della società. Ogni scelta, dalla spesa ai dazi, è una questione economica”
Studiare Economia oggi significa confrontarsi con un mondo complesso, dinamico, trasversale, che spazia dalla gestione d’impresa alle disuguaglianze globali, dai mercati finanziari ai cambiamenti climatici.
Ne parliamo con Chiara Fumagalli, professoressa ordinaria di Economics e Dean della Scuola Universitaria presso l’Università Bocconi, che ci aiuta a capire come funziona il percorso universitario e perché l’economia riguarda tutti.
Professoressa Fumagalli, in che ambiente verranno proiettati gli studenti che scelgono Economia?
“Studiare Economia significa esplorare un ambito molto più variegato di quanto si pensi.
Esistono tre grandi aree:
- Management, per capire come funzionano imprese e organizzazioni pubbliche;
- Finanza, per analizzare i mercati e gli operatori finanziari;
- Economics (Economia politica), che studia le scelte individuali e i loro effetti su larga scala.
Ognuno può trovare il proprio spazio, dal lavoro al commercio internazionale, dalla sostenibilità alla distribuzione del reddito.”
Cosa c’entrano i dazi con tutto questo?
“I dazi sono uno dei temi dell’economia internazionale.
Servono a capire cosa accade quando si regolano gli scambi tra Paesi: quali beni diventano più costosi, quali impatti ci sono su occupazione, inflazione, benessere collettivo.
Ma questo è solo un esempio. L’economia non è arida, come molti pensano: è pluralità di approcci, e permette a ciascuno di seguire la propria sensibilità.”
E i dazi statunitensi possono avere un effetto boomerang?
“Assolutamente sì. Se i beni importati diventano più costosi e non esistono alternative interne immediate, è facile che i prezzi salgano, l’inflazione aumenti e si creino tensioni.
In più, c’è un tema delicato legato alla Cina e al suo ruolo nel detenere parte del debito pubblico americano: se decidesse di non rinnovarlo, potrebbero esserci effetti su scala globale, anche per il ruolo del dollaro.”
L’economia andrebbe insegnata di più a scuola?
“Sì, è una grande mancanza del sistema scolastico italiano.
L’economia non è solo tecnica: è una scienza sociale che ci aiuta a leggere il mondo.
Capire l’economia ci protegge dai luoghi comuni: pensiamo a dibattiti su immigrazione, pensioni, inflazione.
Serve orientamento precoce, serve portare l’economia tra i banchi.”
Quali difficoltà trovano gli studenti al primo anno?
“Il problema maggiore è l’autonomia.
All’università non ci sono verifiche continue, bisogna organizzare lo studio, partecipare attivamente, fare domande.
Serve un approccio critico, proattivo, non passivo.
In questo, l’intelligenza artificiale potrà aiutarci a sperimentare nuove modalità didattiche.”
Quali sbocchi professionali offre questa laurea?
“Praticamente infiniti.
- Impresa (management, finanza, strategia)
- Mercato finanziario (banche, fondi, intermediazione)
- Settore pubblico e non profit (PA, ONG, fondazioni)
- Giornalismo economico, ricerca, università, sanità, consulenza.
Le competenze economiche sono trasversali e per questo molto richieste. Le percentuali di placement sono alte.”
Che consigli darebbe a chi ha affrontato l’esame di maturità e vuole iscriversi a Economia?
“Mi ricordo ancora il mio esame, con una sorpresa all’orale!
Il mio consiglio è: coltivate la curiosità.
Informatevi, lasciatevi incuriosire da discipline diverse e non sottovalutate l’economia.
Una volta iscritti, frequentate, partecipate, chiedete.
Solo così il percorso sarà stimolante e ricco di opportunità.”
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