Alla Statale di Milano aspettano 14 studenti “meritevoli e motivati” palestinesi proveniente da Gaza, ma Israele non concede le autorizzazioni. Sono solo alcuni dei tanti studenti palestinesi vincitori di borse di studio IULPALS (Italian Universitis for Palestinian Students, il progetto voluto da MUR e MAECI, con il coordinamento della CRUI, che rischiano di restare bloccati a Gaza. “La ricezione e la trattazione delle domande di visto è attualmente resa particolarmente complessa dall’impossibilità per i borsisti di completare la pratica, per la quale la normativa prevede anche l’acquisizione dei dati biometrici”, spiega a Corriereuniv il ministero degli Affari esteri. Inoltre va tenuto conto che l’autorizzazione delle autorità israeliane competenti “è requisito fondamentale per l’uscita dalla Striscia e il successivo transito in Giordania per il trasferimento in Italia, come è avvenuto per i trasferimenti fino ad oggi realizzati”. Al momento i Paesi di transito prevedono solo due tipologie di uscita: quelle sanitarie e per ricongiungimento familiare. Per cui, nonostante la questione sia seguita con la “massima attenzione” dal Consolato generale a Gerusalemme, in stretto raccordo con la Farnesina, sono ancora in corso “valutazioni su possibilità e modalità di assistenza”.
L’Unione degli Universitari: “Attivazione urgente di un canale straordinario per i visti”
L’allarme è stato lanciato dall’Unione degli Universitari (UDU), che ha inviato una lettera aperta alla ministra dell’Università e della ricerca e al ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Non è bastata la sentenza del Tar del Lazio che nei primi di giugno ha ritenuto valido il ricorso presentato dalle associazioni Yalla Study e legal Aid, che di fatto ha riconosciuto le contingenze eccezionali e sancito la possibilità di effettuare all’ambasciata Italiana in Israele la procedura di presentazione dei documenti in modalità telematica, fornendo anche una scadenza per la modifica dell’iter, ovvero il 19 luglio”, sottolinea Pierluigi Marini (UDU).
L’associazione chiede “l’attivazione urgente di un canale straordinario per il rilascio dei visti, un’interlocuzione ufficiale con le autorità israeliane per garantire la libertà di movimento, misure reali di flessibilità e sostegno per non perdere le opportunità di studio”. Ma al momento la situazione sembra di difficile risoluzione, nonostante l’Italia sia impegnata fin dall’inizio del conflitto per l’invio di aiuti umanitari e assistenza e da gennaio 2024 il governo stia lavorando al trasferimento di pazienti critici, sopratutto minori, assieme ai loro familiari, nonché al rientro di familiari di cittadini italiani o detentori di permesso di soggiorno. Ad oggi l’Italia è il primo Paese non musulmano per evacuazioni sanitarie: oltre 150 i pazienti trasferiti, per un totale di 800 persone considerando i loro familiari.
Tra le tante università coinvolte, la Statale di Milano conferma di avere al momento 14 studenti palestinesi residenti nella Striscia di Gaza, “selezionati come vincitori di una borsa di studio nell’ambito del programma IUPALS, che non sono in grado di lasciare il loro Paese per ottenere il visto necessario all’ingresso in Italia. L’ateneo sta attivando canali di interlocuzione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per permettere a questi studenti meritevoli e motivati di venire in Italia, tutelando il loro diritto allo studio”.
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