La firma del decano, i due record alle elezioni, l’agenda ‘spaventosa’ e le priorità per i prossimi sei anni
Con 727,556 voti contro i 336,976 dello sfidate Daniele Porena, Massimiliano Marianelli ha vinto il ballottaggio del 17 giugno e diventa il nuovo rettore dell’Università di Perugia. Succederà a Maurizio Oliviero e guiderà l’ateneo per il sessennio accademico 2025-2031, entrando in carica dal 1 novembre 2025 e fino al 31 ottobre 2031.
E ora che Massimiliano Marianelli è il rettore neoeletto? Si lavora per rendere concrete le istante portate avanti durante la sua candidatura. Il piano, dichiara a Corriereuniv.it, è quello “portato avanti durante la campagna elettorale: ascolto autentico, partecipazione diffusa e programmazione condivisa”. L’obiettivo è “costruire un ateneo che si prenda cura delle persone e del loro tempo, con uno sguardo responsabile e lungimirante rivolto al futuro”.
Le questioni urgenti per l’Ateneo umbro non mancano: “La riqualificazione delle strutture dell’ateneo, Medicina più la convenzione più le aziende ospedaliere integrate, i corsi di studio, il diritto allo studio, l’accoglienza e l’ambiente, le tasse, il reclutamento, le progressioni del personale amministrativo, la parità di genere, l’internazionalizzazione”. Per affrontarle servirà una squadra, “una governance moderna, inclusiva e realmente condivisa”. E quindi “delegati e referenti per progetti specifici”, e Stati Generali dei Dipartimenti: “Un ciclo di incontri informali in presenza del Rettore, per ascoltare e restituire, in tempi certi, istanze e proposte da Dipartimenti, Centri e Ripartizioni”, spiega nella sintesi del programma del prossimo sessennio.
Marianelli: "Serve un futuro costruito insieme"
L’immagine che usa è quella del poliedro – “l’unità nella distinzione” – per un “cambiamento profondo e concreto, orientato a costruire un ateneo capace di ascoltare, innovare e generare valore condiviso”. Perché, scrive, “il futuro si costruisce insieme, passo dopo passo, progetto dopo progetto”. E nel futuro dell’Unipg ci saranno “valori di fondo fondamentali” e “indipendenza dell’ateneo” che “non risponde a logiche esterne o politiche”, ma che anzi “è capace di indicare una direzione per affrontare le questioni”. Il piano di Marianelli, quindi, è “per un’università aperta, attenta all’ambiente e ai cambiamenti, accogliente e quindi inclusiva, un’università in cui il senso di appartenenza diventa forza per il futuro”.
Un’università dove – nell’era dell’intelligenza artificiale – si formeranno “le persone capaci di dirigere i processi” e “si costruirà il pensiero critico”. Un’università “in connessione” con “il territorio ma anche il mondo”, che “si prepara a un nuovo ciclo di rinnovamento, con un piano d’azione articolato che mette al centro partecipazione, innovazione e valorizzazione delle persone e delle competenze”. Infine il ‘ponte’ – come da tradizione per Marianelli – con il rettore uscente dopo il passaggio di consegne a Palazzo Murena nel giorno del ballottaggio: “La governance di Maurizio Oliviero ha realizzato tantissimo per questo ateneo, lo ringrazio per il grande lavoro e per tutti i risultati ottenuti”.
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