La tragedia avvenuta nella scuola Francoise-Dolto di Nogent, dove una collaboratrice scolastica è stata uccisa da uno studente, e la sparatoria a Graz sono episodi che scuotono profondamente l’opinione pubblica e chiamano tutti a una riflessione urgente. A sottolinearlo è il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, che in una nota ha espresso il suo profondo cordoglio e lanciato un appello a non ignorare i segnali di malessere giovanile.
“Quando la scuola, da luogo di educazione, crescita e confronto, si trasforma in un teatro di morte, il dolore è collettivo e interroga tutti”, ha affermato il ministro.
Zangrillo ha definito questi eventi come espressione di una ferita profonda, quella del disagio giovanile, una crisi silenziosa che attraversa le società moderne e che troppo spesso viene sottovalutata fino a quando esplode in forme estreme e drammatiche.
“Non possiamo limitarci alla condanna. Dobbiamo capire come si arriva a gesti così estremi, cosa si cela dietro quella violenza, e soprattutto come prevenirla”, ha aggiunto.
Il ministro ha parlato di solitudine, fragilità emotiva e disorientamento come fattori ricorrenti nei casi più gravi, sottolineando che ogni gesto violento può essere letto come un grido d’aiuto rimasto inascoltato.
Da qui l’appello a una responsabilità collettiva:
“Investire sui giovani, sulla loro salute mentale, sul loro senso di appartenenza e sul loro futuro è un dovere non più rinviabile”.
Zangrillo conclude ribadendo la necessità di un impegno corale fatto di ascolto, educazione e prevenzione:
“La vera sicurezza nasce dalla cura”.
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