Vaccini agli adolescenti: l’Italia ferma alle decisioni dell’Ema. In Usa e Canada si corre veloce

Giovani e vaccini: indispensabile o superfluo? Mentre in Italia le Regioni (senza troppo entusiasmo) stanno valutando se seguire l’esempio del Lazio e mettere in campo una vaccinazione di massa per gli studenti che stanno per affrontare la maturità prima della partenza dell’esame, gli esperti si interrogano sull’utilità del vaccino per gli adolescenti.

Fino a questo momento si è pensato soprattutto ad immunizzare il prima possibile le fasce più deboli ma con la campagna vaccinale che tenta di accelerare è ovvio che si cominci a pensare anche ai ragazzi più giovani. Se in Italia solo da ieri si sono aperte in quasi tutte le regioni le prenotazioni per gli over 40, nel resto del mondo l’immunizzazione degli adolescenti sembra essere un argomento più di stretta attualità.

Negli Stati Uniti, come ricorda il Corriere della Sera, Pfizer-BioNTech ha appena ottenuto (l’11 maggio) dall’agenzia americana Fda l’autorizzazione al vaccino per adolescenti dai 12 ai 15 anni (quello già disponibile è dai 16 anni). Lo stesso in Canada. In Europa il via libera dovrebbe essere atteso a giugno.

I numeri sembrano essere positivi con un’efficacia quasi totale su 2.260 ragazzi oltre a una produzione di anticorpi molto decisa: 18 casi di infezione sintomatica nel gruppo che ha ricevuto il placebo, nessuno tra gli immunizzati. Moderna ha quasi completato l’arruolamento di 3.000 partecipanti allo studio su alcuni 17enni mentre AstraZeneca e J&J hanno invece bloccato l’avvio dei test sui giovani dopo i casi di trombosi rare in adulti sotto i 60 anni, in prevalenza donne.

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