A poche ore dalla nomina, è già tempo di confronto per il nuovo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini: a chiederlo, in primis, sono le associazioni studentesche, Udu e Rete degli studenti medi in testa: “Chiediamo al nuovo Ministro Giannini di ripartire da noi studenti, ponendo le basi, sin da subito, di un confronto reale e strutturato, non sterile come hanno fatto i suoi predecessori”; si legge nel comunicato inviato agli organi di stampa.
Una richiesta di confronto che si differenzi da quello avuto con il precedente Ministro Maria Chiara Carrozza, per affrontare quelle problematiche irrisolte in cui versa il mondo dell’Università e dell’Istruzione: “Non abbiamo più occasioni da perdere, l’università italiana è a un punto di non ritorno – afferma Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari – si devono affrontare immediatamente le criticità che escludono ogni anno migliaia di studenti dall’accesso all’istruzione universitaria: è necessario trovare le risorse per la copertura delle Borse di Studio, per eliminare la vergogna degli idonei non beneficiari, e varare una riforma dei Livelli Essenziali delle Prestazioni a livello nazionale. Il 55% dei corsi di studio è ormai a numero chiuso, sempre meno studenti si iscrivono all’università, e abbiamo pochissimi laureati: bisogna sbloccare il sistema e garantire il diritto all’accesso a tutti. In un momento di crisi come questo, il peso delle tasse universitarie, che sono tra le più alte in Europa, sta divenendo insostenibile per famiglie e studenti; è urgente ridiscutere il sistema per abbassarle, uniformarle, e renderle eque e progressive”.
“La scuola italiana versa in una situazione disastrosa – afferma, invece, Daniele Lanni Portavoce della Rete degli studenti medi dichiara – Questo Governo ha l’ambizione di terminare il proprio operato nel 2018, a soli due anni dal termine della strategia Europa2020 il cui scopo è quello di abbassare i livelli di dispersione sotto la soglia del 10%: serve un rilancio immediato degli interventi per contrastare l’abbandono scolastico che ad oggi raggiunge il 18% (il 6% in più rispetto alla media europea). Il Governo ha posto dei termini precisi anche per quanto riguarda l’edilizia scolastica: ci aspettiamo investimenti all’altezza di un piano nazionale straordinario per la messa a norma i nostri edifici, capace di rendere le nostre scuole ambienti favorevoli all’apprendimento e non luoghi in cui si può rischiare la vita da un momento all’altro. Chiediamo pertanto che il nuovo Ministro inizi il proprio operato confrontandosi subito con le associazioni e con i massimi organi di rappresentanza studentesca, a cominciare dal Ufficio di coordinamento nazionale delle Consulte Studentesche”.
Spetterà ora al neo Ministro Stefania Giannini e al suo entourage, trovare le strategie adatte per intervenire sulle problematiche indicate dalle associazioni studentesche e per instaurare un dialogo proficuo con il mondo degli studenti.