La motivazione sostenuta da l ministro è che prima del giudizio del Tar “erano intervenute numerose sentenze del Consiglio di Stato e dei Tar di Puglia e Sardegna, concordi nel rigettare ricorsi su analoghe situazioni”. Quindi l’impugnativa del governo “vuole salvaguardare – ha continuato Vito – i diritti di quegli studenti che, dopo essersi immatricolati regolarmente, hanno già sostenuto esami e che, secondo quanto dice il Tar, dovrebbero essere richiamati a sostenere la prova selettiva”.
L’Udu a tarda sera tuona: “la scelta del Miur di ricorrere in Appello in Consiglio di Stato è estremamente inopportuna e così facendo si delega ai giudici quella che era una precisa responsabilità politica del Ministro. Di fronte a una sentenza del Tar che parla di domande sbagliate, di brogli, di atti da annullare, di par condicio non rispettata tra i concorrenti, dell’esistenza all’interno dell’Unione Europea di sistemi di accesso migliori di quello italiano, la risposta sarebbe dovuta essere una nuova legge e un vero investimento sulla formazione in modo tale da garantire a tutti la possibilità di accedere ai più alti gradi dell’istruzione, così come sancito dalla Costituzione. Questo Ministro ha invece preferito nascondersi dietro la burocrazia”.
Manuel Massimo