Studentessa morta il primo giorno di lavoro, il padre: “Voglio la verità”

Invoca verità, Umberto Chiti, padre della studentessa morta a Venezia il primo giorno di lavoro. Anche se gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente che ha portato alla morte di Anna, appena 17 anni e studentessa al quarto anno dell’Istituto Nautico lagunare, sembra che la ragazza sia stata trascinata in acqua da una cima che avrebbe utilizzare per ormeggiare il catamarano dove si trovava e che è rimasta incagliata nell’elica in funzione della barca.

“Era lì perché parlava l’inglese”

“Voglio la verità, mia figlia non doveva fare nessuna manovra. Per una barca di quelle dimensioni, che porta in giro i turisti, ci voleva più personale. Anna era da sola con il marinaio. Da quanto ne so era stata presa perché parlava molto bene l’inglese, ma non era ancora pronta per tenere una barca o fare altro” ha detto il padre Umberto al Corriere della Sera.

Contratto o stage?

Al vaglio degli inquirenti anche l’inquadramento lavorativo della 17enne: si dovrà appurare se quello iniziato sabato scorso fosse uno stage oppure se fosse già partito un contratto vero e proprio.

Il ricordo della scuola

“Era una persona solare, sempre pronta ad aiutare il prossimo e a tranquillizzare chi le stava intorno con la leggerezza e la maturità che la caratterizzavano – ricorda una compagna di scuola di Anna – Abbiamo un senso di smarrimento per la sua mancanza, che va dall’immaginare di non ridere e scherzare più con lei davanti a un caffè, al rendersi conto che tutti i progetti possono svanire a 17 anni”. “Faceva tanti sport legati all’acqua, amava la Laguna e il mare” ha detto il preside dell’istituto nautico Michelangelo Lamonica. La scuola ricorderà Anna intitolandole un’aula o un laboratorio.

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