Pare, infatti, che uno dei tre immobili assegnati all’associazione della Musella fin dal 2008 non sia utilizzabile. Un esempio, questa volta di come continuano ad esistere «zone grigie nell’universo dei beni confiscati». Musella ha più volte sottolineato le modalità di confisca dei beni mafiosi che, soprattutto in Calabria, risultano confiscati a metà. «Ossia ci si trova davanti, infatti, a immobili che risultano confiscati come fabbricato e non per quel che riguarda il terreno circostante, per cui il più delle volte è impedito l’accesso. Si tratta di prese in giro – ha detto ancora Musella – e schiaffi che vengono dati allo stato di diritto, indicativi di possibili collusioni all’interno degli uffici giudiziari o del demanio».