Scuola, Bianchi: “Nuovi esami in presenza per medie e superiori”

Il ministro dell’Istruzione a “Che tempo che fa” su Raitre: “La scuola non è stata ferma. Stiamo lavorando per creare un luogo che crei legami. Abbiamo bisogno dei vaccini per essere tranquilli”

“Nei mesi passati la scuola ha fatto di tutto per restare aperta – sottolinea – anche nelle zone rosse i bambini fino alla prima media erano a scuola. I nostri insegnanti hanno imparato a usare gli strumenti per la Dad, non è vero che scuola è stata ferma, chiusa. Non si è mai fermata, i nostri insegnanti hanno tenuto aperto fintanto che non si è presentato questo nuovo appuntamento, un virus che nel frattempo è cambiato. Non accetto l’idea di una scuola bloccata”.

“Si poteva far di più ma siamo un Paese che ha problemi vecchi come la dispersione scolastica, il gap tra Nord e Sud – continua – e bisogna ripartire dai bambini e dai ragazzi. In questo sarà fondamentale il Recovery Plan“.

“E’ cambiata la situazione – dice Bianchi – siamo di fronte a quella che si chiama variante inglese, che ha un carattere diverso rispetto all’anno scorso, non risparmia i bambini, colpisce le fasce più giovani e il 13 febbraio, quando ci siamo insediati, abbiamo subito posto sotto attenzione la scuola. Abbiamo preso questa misura pensata, riflettuta, responsabile, proprio per la tutela dei più giovani”.

Sul peso della Dad perlopiù sulle spalle delle mamme, dice: “E’ vero che nel nostro Paese sono le donne che hanno la cura pressoché totale dei bambini e abbiamo messo misure per alleggerire questa situazione e capire come riaprire quanto prima. Bisogna ripensare tutto il mondo del lavoro, è evidente, in questa situazione emergenziale vengono al pettine i nodi di tante storie precedenti”.

Sottolinea ancora Bianchi: “La scuola per cui stiamo lavorando è una scuola affettuosa, in cui torni ad avere gli affetti per gli altri. Dopo anni di individualismo dobbiamo tornare a una scuola che permetta ai ragazzi di imparare ad affrontare il mondo insieme”.

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La pandemia ha cambiato verso e con la variante inglese colpisce le fasce più giovani. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a ‘Che tempo che fa’ su Raitre. “Quando l’indice ha cominciato a crescere anche nel resto del Paese, abbiamo deciso di chiudere per tutelare i giovani”. Il ministro ha poi chiarito sul nodo esami di maturità: “Sono un punto importantissimo. Chiediamo che i ragazzi concordino un tema su cui sviluppare un elaborato che discuteranno in presenza. I maturandi avranno un mese per scrivere il lavoro e dopo 15 giorni andranno davanti al consiglio di classe, con un membro esterno per esporre il lavoro. Sarà una prova seria e rigorosa”.

Esame in presenza anche per le medie. Bianchi ha poi sottolineato: “Nei mesi scorsi la scuola ha fatto di tutto per rimanere aperta, anche nelle zone rosse i bambini fino alla prima media erano a scuola. Il 50% dei ragazzi in presenza e gli altri a distanza non vuol dire esser rimasti inchiodati sulla distanza di un anno fa”.

Ed ha aggiunto: “Non è vero che la scuola è stata ferma. Non accetto questa idea. Anche la Dad è andata avanti. Gli insegnanti hanno educato i ragazzi al giudizio e alla responsabilità”. La scuola è, dunque, un cantiere aperto per uscire “da anni di individualismo. Stiamo lavorando ad una scuola ‘affettuosa’, di socialità in cui si impari ad avere affetto per gli altri”, ha sottolineato il ministro.

Quindi si sta lavorando per creare un luogo che “permetta ai ragazzi di affrontare la complessità del mondo e le cose drammatiche per non perdere il legame con gli altri nelle emergenze”.

E poi: “L’anno prossimo la scuola riaprirà con un anno costituente per riportarla al centro del nostro Paese”. Bianchi chiede infine che “venga portata avanti una grande campagna di vaccinazione. Bisogna tornare a operare in totale tranquillità”.

rainews

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