Scienze della Formazione Primaria. Una laurea senza professione

Nel recente decreto sviluppo approvato dal governo, è stato cancellato l’emendamento che prevedeva l’inclusione nelle graduatorie dei laureati di scienze della formazione primaria, iscritti alla facoltà a partire del 2008, parola di Clara Calvacchi, del Coordinamento Precari della Scienze della Formazione Primaria dell’Aquila.

Doppia laurea in Lettere e Scienze della Formazione Primaria, la dott.ssa Calvacchi considera inspiegabile il comportamento istituzionale del Ministro Gelmini., dopo che, ripetute interrogazioni parlamentari presso le Commissioni di Istruzione V, VI  e VII, avevano accolto  favorevolmente la richiesta di inclusione nelle graduatorie del primo ciclo di insegnamento, dei laureati in formazione primaria.

“Si tratta di un corso ministeriale- sostiene la responsabili del movimento- creato proprio per formare insegnanti e unico percorso formativo  per ottenere l’abilitazione all’insegnamento. Un piano di studi, articolato in 50 esami, migliaia di euro spesi, per ora vederci esclusi dalla nostra stessa professione. Un titolo che non ha valore e non è spendibile in un nessun altro campo professionale.Se l’intenzione del Ministero era già delineata, sarebbe stato meglio chiudere il corso e non formare per un’occupazione che non c’è.  Io mi sono laureata, nello stesso anno della mia collega, immatricolata tuttavia nel 2007, passaporto per l’inserimento nelle graduatorie, dalla quale mi vedo interdetta”.

Si può fare appello alla decisione per mancanza di posti di insegnamento? Coordinamento Precari della Scienze della Formazione Primaria dell’Aquila, rifiuta questa ipotesi. I laureati in scienze della formazione conseguono l’abilitazione per tutte le materie impartite nel primo ciclo di studio, compresa l’attività di docente di sostegno.  Si  è creata una situazione controversa in cui docenti, insegnano materie per le quali non sono abilitati e i docenti abilitati si vedono preclusi dall’insegnamento.

L’esclusione appare inspiegabile agli studenti dell’Aquila, il cui percorso formativo è stato particolarmente gravoso, dopo il terremoto del 2009, che hanno redatto una memoria per illustrare il fondamento tecnico della loro protesta.

“Il titolo di abilitazione all’insegnamento, conseguito regolarmente in seguito alla frequenza dei corsi a numero chiuso attivati su disposizione del MIUR dal 2008 al 2010 è uguale a quello di tutti gli altri docenti abilitati già inseriti nella GAE. Consequenziali e legittime risultano pertanto, le nostre aspettative di docenti abilitati; che si vedono ancora esclusi, dato che il D.M. 44/2011 non prevede la nostra inclusione nella Graduatoria a esaurimento”.

La laurea in scienze della formazione primaria ha assunto valore abilitante ai senti dell’arti. 5, della legge 28 marzo 2003, n. 53.

A chi ribatte che gli iscritti a Scienze della Formazione Primaria dal 2008 in poi sapevano che la laurea non era più abilitante e non si sarebbero potuti iscrivere nelle GAE (graduatorie ad esaurimento), asseriscono che nel 2009 le graduatorie sono state riaperte e sconsentiti nuovi inserimenti. Inoltre, evidenziano che nel Decreto Ministeriale appena emesso per l’attuale riapertura delle graduatorie,  il DM n. 44 del maggio 2011, nella tabella di valutazione dei titoli, ricorre il valore abilitante della suddetta laurea ai senti della legge del 2003.

Nella suddetta legge, l’esame di laurea, sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria, istituiti a norma dell’art. 3, comma legge 2, della legge 341/1990, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilità all’insegnamento, rispettivamente nella scuola materna o dell’infanzia e nella scuola elementare o primaria. Esso consente altresì l’inserimento nelle graduatorie permanenti.

Una questione aperta che aspetta un riscontro dal mondo istituzionale.

Amanda Coccetti

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