Ricercatori e Studenti

Ancora protesta, ancora disagi alla didattica: il malessere generale. Da una parte i ricercatori, stufi di essere considerati meno di zero e di non poter fare il loro lavoro; dall’altra parte gli studenti impossibilitati a sostenere gli esami e costretti a pagare più tasse.
Dalla protesta simbolica di Corso Umberto dove i ricercatori durante l’elezione del rettore hanno manifestato pacificamente con una fascetta a lutto sul braccio, si prospetta per oggi pomeriggio il prosieguo di una storia che va avanti da molto, da troppo. E si sono dati appuntamento presso la Facoltà di Farmacia della Federico II alle ore 15.30 con l’assemblea congiunta docenti-studenti “Impatto della manovra finanziaria e ricaduta del DDL 1905 sull’Università pubblica” per decidere come intervenire in merito alla sospensione dell’attività didattica.
Stessa situazione per le Facoltà di Scienze ed Economia e le cose non cambiano se ci spostiamo verso altri atenei. Alla Sun circa il 75% dei ricercatori ha dichiarato l’indisponibilità a tenere regolarmente l’attività didattica (molti dei quali a Medicina), all’Università di Salerno si raggiunge il 67% (sono circa in 300) mentre alla Parthenope e all’Università del Sannio è stata già annunciata la sospensione. Ingegneria e Psicologia della Sun e l’Università di Cassino si pongono sulla stessa linea: sospensione immediata. La Facoltà di Lettere della Federico II ha inoltre sottoscritto un documento in cui viene preannunciato il completo ritiro dalla didattica a settembre se le cose non dovessero cambiare radicalmente.
Un bel da farsi per il neo Rettore Massimo Marrelli che subito dopo la vittoria alle elezioni ha dichiarato: “I ricercatori avranno quello che vogliono. Chi vuol fare ricerca la farà nel migliore dei modi e chi vuole dei riconoscimenti per la didattica, li avrà”. Non dorme tra due cuscini neanche Francesco Rossi, Magnifico Rettore della Sun, a cui i ricercatori hanno chiesto di mettere in atto tutte le strategie a sua disposizione per opporsi alla riduzione delle risorse destinate all’università rappresentando la preoccupazione dei docenti presso le sedi istituzionali (Regione, CRUI, Ministero).
Completamente depistati gli studenti. Vagano come anime in purgatorio senza poter svolgere le loro attività nelle giuste scadenze. Indignati per una protesta che a parer loro “non è una protesta ma una scelleratezza bella e buona” stanno vedendo cadere la possibilità di laurearsi e di svolgere esami. Cosa vuol dire? Vuol dire pagare altre tasse a settembre dopo aver fatto immensi sacrifici per raggiungere in tempo l’ambìto traguardo.
Domani, 1 luglio, ci sarà l’occupazione simbolica di tutti i rettorati e la manifestazione continuerà dal 5 al 9 luglio con la “settimana di mobilitazione” di tutti gli atenei italiani.

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