Ricercatori 0 – Studenti 0

Momenti di grande agitazione si susseguono in queste ore. Ricercatori e studenti sempre più decisi a far valere i propri diritti e purtroppo gli uni contro gli altri.
Ma in questa “guerra tra poveri” non ci sono vincitori. I ricercatori stanno perdendo consensi e gli studenti sono sempre più agguerriti: nessuno è disposto a rallentare il corso di studi e pagare tasse sempre più alte a settembre. Per questo motivo Armando Cesaro, Presidente Nazionale per Studenti delle Libertà, ha dato il via alla petizione “Stop lezioni? Stop tasse” che in sole 12 ore su Facebook ha raccolto 1.500 firme. “Dalla prossima settimana allestiremo la raccolta fime fuori ogni facoltà di tutte le università italiane e poi procederemo con le firme dei Ministri” ha spiegato Cesaro. Non esiste più schieramento politico, dalla destra alla sinistra gli studenti sono pienamente convinti che quella dei ricercatori sia una strada di protesta fuori da ogni canone.
Questa mattina il rettorato della Seconda Università è stato letteralmente preso d’assalto: ricercatori, studenti, curiosi e tante vuvuzela! Il rappresentante dei ricercatori in Senato Accademico Vincenzo Paolo Senese ci ha spiegato: “ Legge 133, manovra Tremonti e disegno Gelmini stanno uccidendo l’università. Noi non siamo contro gli studenti ma loro devono capire che se agiamo così è solo per far in modo che le generazioni future possano continuare a iscriversi all’università”. Definendola “una simulazione di quello che accadrà”, Senese ha spiegato che seppure continuassero la didattica, la sospensione totale ci sarebbe comunque a settembre. Non si sentono per nulla rincuorati gli studenti che hanno solo la consapevolezza di essere a un punto di non ritorno: “Questa situazione è terribile. Io voglio laurearmi, pago autonomamente i miei studi e oltre ad aver fretta di terminare il mio corso di laurea non intendo assolutamente pagare altre tasse per nulla!” ci ha raccontato Federica della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Eugenio Ruocco, ricercatore di ingegneria della Sun ha confrontato i dati delle università italiane con quelle all’estero: dati aberranti! Il costo della didattica nei paesi varia da 12.000 ai 10.000 dolari, in Italia possiamo vantarne appena 8.000, la relazione studenti – docente varia dai 14 -1 ai 16 -1, ovviamente in Italia 20 -1 e si potrebbe continuare all’infinito con classifiche simili.
Spostandoci verso gli altri atenei la situazione è ugualmente pessima. Ieri pomeriggio presso la Facoltà di Ingegneria e la Facoltà di Farmacia della Federico II si sono tenute assemblee per discutere le direttive della scottante querelle. “Quello che è successo alla facoltà di ingegneria è scandaloso! I ricercatori hanno indetto un’assemblea per discutere sulla possibilità di sospendere gli esami per tutta la sessione estiva. Assemblea al termine della quale hanno ignorato il parere di tutti i rappresentanti degli studenti e di tutti i docenti che sono intervenuti impedendoci di votare, e, in modo a dir poco arrogante, scellerato ed irresponsabile hanno indetto il blocco degli esami e delle lauree per tutto il mese di luglio e settembre” ha spiegato Vittorio Piccolo dell’associazione Apotema. E da Farmacia la condizione è identica: attività sospesa dall’assemblea di ieri pomeriggio.
Le previsioni non sono serene per i prossimi giorni (e non stiamo parlando di meteo), gli studenti devono poter svolgere le loro attività e i ricercatori devono poter fare il loro lavoro. Una guerra tra i due schieramenti non è la soluzione adatta… ma forse l’unica?

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