Sempre più spesso gli studenti lasciano l’Italia per andare a studiare all’estero, soprattutto a causa dell’aumento delle tasse universitarie. Ma quanto costa studiare in Europa?
Il costo varia da Paese a Paese, in alcuni casi è a carico quasi totalmente dello studente (in quanto fruitore di un servizio) mentre in altri è pagato dallo Stato. Uno studio della Commissione Europea ha analizzato la situazione, per individuare i Paesi con le migliori condizioni per la formazione e le diverse opzioni fra cui scegliere quando si decide di andare a studiare all’estero.
Maglia nera al Regno Unito, che dopo la riforma dell’università del governo Cameron è diventato il paese con la spesa universitaria più alta (da una media di 4mila euro a un massimo di 11mila), mentre in Scozia l’università è gratuita e sono in molti quelli che dall’Inghilterra si trasferiscono nelle Highlands per studiare.
La spesa media per uno studente italiano è di circa 1.434 euro l’anno e solo l’11 per cento ha diritto a una riduzione sulle tasse.
Chi studia in Germania ha due opzioni: in Bassa Sassonia, Amburgo e Baviera le tasse universitarie hanno un massimale di 500 euro l’anno, mentre negli altri lander l’università pubblica è gratuita e si pagano solo le spese amministrative. Privati e istituzioni assegnano borse di studio per coprire i costi legati all’alloggio e ai libri, mentre lo Stato aiuta le famiglie più bisognose.
Le università pubbliche francesi hanno tutte lo stesso costo (con riduzioni per i redditi più bassi), mentre gli istituti privati richiedono tra i 3mila e i 10mila euro l’anno.
L’università è gratuita in Scandinavia: in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia l’istruzione universitaria è a pagamento solo per gli studenti fuori dell’Unione Europea, mentre è gratuita per tutti gli altri, che usufruiscono anche di assegni e servizi durante il periodo di studi.
Chiara Cecchini