Proposta al Ministro Sacconi

Il quadro politico di questi giorni ci consegna un Paese impegnato in scontri istituzionali senza precedenti, lotte senza esclusioni di colpi fra componenti dei diversi schieramenti e sempre più spesso fra quelli dello stesso colore politico. Francamente lo spettacolo cui siamo sottoposti noi cittadini e soprattutto esponiamo i nostri giovani è davvero allarmante.

Per chi ha nella mente e nel cuore l’idea di costruire una società sana con un futuro di miglior convivenza civile, le sofferenze si acuiscono giorno per giorno. È inutile che utilizzi questo spazio per fare l’elenco delle cose che non vanno. Voglio come al solito pormi con una proposta costruttiva e con un appello. Invito chiunque abbia responsabilità sociali, politiche e da classe dirigente a sottrarsi a qualunque forma di provocazione e a dare il proprio contributo. Come? Semplice, con il buon esempio.

Battetevi per il merito, la trasparenza nei comportamenti, la scelta delle persone più competenti e per l’interesse pubblico, sempre più stuprato. Sono un liberista, ma non possiamo lasciar fare liberamente ad incapaci, imbroglioni, avidi, egoisti e millantatori.

Dobbiamo reagire tutti assieme per ristabilire un minimo di dignità. Propongo invece al ministro del lavoro Sacconi, che si sta impegnando per trovare risposte al fenomeno dilagante dei neet e della disoccupazione giovanile, di adottare un disegno di legge che noi abbiamo chiamato: “Contratto di prospettiva” che, badate bene, a costo zero per lo stato, offrirebbe da subito migliaia di opportunità di inserimento aziendale per tantissimi giovani.

La sintesi estrema è un patto fra le pmi e i giovani da formare, per costruire un percorso che chiamiamo di prospettiva, che diversamente dallo stage e dall’apprendistato, offrirebbe ad un numero limitato di laureati o diplomati la possibilità di stare in azienda ad apprendere senza il peso

per l’azienda di uno stipendio pieno all’inizio(patto che il ragazzo accetta in cambio di una prospettiva di assunzione a tempo indeterminato alla fine del percorso) e con il sostegno dello Stato a riconoscere da subito sotto il profilo giuridico questo percorso e impegnandosi economicamente solo dopo la formalizzazione dell’assunzione con un bonus fiscale spalmabile sui tre anni successivi:sgravi contributivi inclusi.

Questo processo da un lato indurrebbe le pmi ad accogliere e a formare(l’interesse sarebbe pieno, visto che il ragazzo diventa una risorsa stabile per l’impresa) migliaia di giovani, togliendoli dalla nullafacenza e rinforzandosi esse stesse con l’arrivo di figure nuove e giovani. Siamo disponibili a spiegare l’intero percorso di sei anni che abbiamo immaginato al Ministro e le altre proposte elaborate dal nostro osservatorio. Possiamo e dobbiamo farcela.

Mariano Berriola

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