Prestiti d'onore? Studenti ottimi pagatori

Fidarsi degli studenti conviene. Lo ha toccato con mano Intesa Sanpaolo che ha reso noti i primi dati del prestito “Bridge”. Tra i primi istituti di credito a prevedere prestiti d’onore, la Sanpaolo ha inaugurato il servizio nel 2004 e i risultati confermano che la scelta è stata oculata: il rischio di insolvenza, ovvero la non restituzione del finanziamento, è risultato praticamente nullo.
Su 700 studenti che hanno già iniziato a saldare il debito, solo uno è in ritardo con i pagamenti. Il tasso di insolvenza insomma è pari allo 0,14%. I numeri di Intesa Sanpaolo evidenziano la convenzienza per le banche ad accordare prestiti agli studenti, che si rivelano ottimi pagatori. E gli universitari ci guadagnano: possono infatti contare su un bel po’ di soldi per finanziasi un corso di studio superiore.
Il prestito Bridge, nello specifico, può essere accordato a studenti del terzo anno della triennale, della specialistica o di iscritti ad un master. Chi lo richiede deve dimostrare di essere in regola con gli esami (o più in generale di avere costanza nel rendimento). Per restituirlo poi c’è tempo: si inizia infatti un anno dopo aver terminato gli studi con rate mensili spalmate su un arco di otto anni. Ma fino a quanto si riesce ad ottenere? Massimo 15mila euro per gli studenti universitari e fino a 30mila per chi frequenta un master. Molte università hanno già convenzioni con le banche e per richiedere un prestito d’onore ci si può rivolgere agli uffici predisposti dall’ateneo. Chi dimostrerà di avere i requisiti necessari otterrà l’apertura di un conto corrente sul quale verranno accreditate tranche semestrali del prestito.
Intesa Sanpaolo naturalmente non è l’unica a credere nei giovani. Altre tipologie di prestito sono previste anche da (tra le altre) Unicredit e Banca Sella. Una domanda è lecita: i tassi di interesse sono clementi con i giovanissimi che contraggono (molto probabilmente) il primo debito? Ebbene, anche sotto questo punto di vista conviene. RIspetto ai prestiti personali, il tasso è ridotto di circa la metà (9/10% vs. 4/5%). Chissà che non sia arrivato il momento di incentivare una pratica che in Europa è già molto diffusa.

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