Tra le proposte di politica tributaria, innalzare l’l’età pensionabile a 70 anni per consentire un taglio dei contributi ai più giovani, e una riforma fiscale incentrata sempre sulle giovani generazioni, con sgravi fiscali sui nuovi assunti e sulle start up.,su cui chiede di tagliare l’IRAP (imposta regionale sulle attività produttive. È l’unica imposta a carico delle imprese che è proporzionale al fatturato e non applicata all’utile di esercizio. Il suo gettito finanzia il 40% della spesa sanitaria italiana ) per incentivare l’imprenditoria giovanile.
«L’Italia – dichiara – non è un Paese per giovani, ma l’obiettivo è diventarlo». Ecco perché «il primo passo da fare è sintonizzare la Nazione sulle frequenze di una generazione nata dopo la caduta del muro di Berlino, cresciuta a pane e Internet, che ha esperienze di studio all’estero e va a Londra con 20 euro».
In merito all’istruzione afferma che per garantire competività ed efficienza è necessario l’abolizione del valore legale del titolo di studio, provvedimento per il quale proprio in questi giorni, si è avviata un’indagine conoscitiva della commissione istruzione al Senato.
” Stiamo sacrificando, sull’altare dei diritti acquisiti, i diritti delle nuove generazioni: un lavoro meglio remunerato, un’istruzione al passo con i
tempi, una prospettiva di crescita personale e professionale. Stiamo difendendo disparità di trattamento, non giustificabili né sul piano etico, né su quello dell’efficienza e della competitività, dimenticando gliequilibri tra le generazioni e lo scambio, consapevole, dall’una all’altra”.