La titolare del Miur proprio ieri aveva rimarcato come “la valutazione del comportamento non può più essere separata dalla valutazione del profitto”, affermando che “gli studenti delle scuole medie e superiori che prenderanno 5 in condotta saranno bocciati”. Dunque “non basteranno più, quindi, voti alti nelle materie scolastiche per essere promossi, ma bisognerà avere un comportamento sempre corretto”.
E per arginare il bullismo nelle scuole, secondo il ministro Gelmini, occorre un giro di vite accompagnato da punizioni esemplari: “Si tratta di fenomeni ancora molto diffusi, come riportato dagli studi condotti a riguardo e dai quotidiani episodi riportati dai media. La scuola, per non venire meno al suo compito educativo, deve agire con fermezza, sanzionando chi si comporta male e valorizzando gli studenti migliori sia sul piano della formazione scolastica che su quello del comportamento”.
La Picierno boccia le affermazioni della Gelmini e sottolinea anche come dal ministro ci si aspetti notizie su nuove azioni per mettere in sicurezza gli edifici scolastici e sul reperimento delle risorse per la garanzia costituzionale del diritto allo studio.
“Il ministro Gelmini – continua la Picierno – ha occupato per mesi le pagine dei giornali parlando di ritorno della disciplina, di temibili bocciature a causa del comportamento, del fantomatico ritorno del voto di condotta. Ma il decreto ministeriale, firmato il 16 gennaio, che deve dare applicazione al voto in condotta è una semplice trasposizione degli accordi già raggiunti dal precedente governo con docenti, genitori e associazioni degli studenti nell’ambito delle misure antibullismo e della revisione dello Statuto degli Studenti”.
Manuel Massimo