“Tempo fa – commenta la Maraini – i padri e i mariti avevano il diritto di picchiare le proprie figlie e mogli”. Una pratica che suona come barbarica e che “invece non è stata abolita da molto”: la norma sul “delitto d’onore” che legalizzava l’uccisione della moglie adultera (e non anche del marito infedele) è stata infatti definitivamente abrogata solo nel 1981. Ma la violenza “istituzionalizzata” dalla legge poteva essere per la scrittrice “più facilmente controllata e controllabile nell’ambito della stessa famiglia”. Oggi è l’”arbitrarietà” a seminare terrore. E vergogna.
Secondo le ultime rilevazioni Istat il 95% delle violenze non viene denunciato dai 6.743.000 milioni di vittime tra i 16 e 70 anni. Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner e il 24,7% da un altro uomo, ma la maggioranza delle vittime è stata protagonista di più episodi. La violenza ripetuta avviene più frequentemente da parte del partner che dal non partner (67,1% contro 52,9%). Mariti, compagni e fidanzati sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate ma anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro e i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% di questi è infatti opera di partner, il 17,4% di un conoscente e solo il 6,2% di estranei. “Da qualche anno a questa parte – continua la Maraini – stanno aumentando persino gli omicidi di donne che esprimono la volontà di lasciare il tetto coniugale”. Se nel 2006 sono stati registrati 112 episodi simili, nel 2007 la quota è salita a 149 e già solo nei primi mesi dello scorso anno 86 donne sono state uccise per lo stesso motivo dal proprio partner.
Dati preoccupanti che tuttavia “sembra sempre che interessino solo le donne”, considerata anche “la bassissima partecipazione e l’impegno maschile che registro oggi in quest’occasione”. E non solo in questa.
Valentina De Matteo