Parla la prof.ssa aggredita nel Dipartimento di Veterinaria della Federico II: “Resta l’amarezza, ma vorrei tornare a lezione per parlare con gli studenti”

Sono stati assaliti in diretta social per “vendicare” la morte di un cane. È quanto è accaduto lunedì mattina nel Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Napoli Federico II dove una docente operativa nell’ambulatorio è stata aggredita da un gruppo di persone in una vera e propria spedizione punitiva imbastita sui social la sera prima. Alcuni degli aggressori facevano parte di un’associazione animalista.

Le immagini dell’aggressione hanno fatto subito il giro del web e i carabinieri, intervenuti sul posto, hanno arrestato quattro persone. Durnte l’aggressione alcune donne hanno divelto dei pali di ferro nel cortile. Cinque quelle rimaste ferite, tra cui una guardia giurata, un dottorando, una studentessa il portiere e il medico veterinario (docente dell’Ateneo). Le ferite sono state giudicate guaribili in sette giorni.

La docente aggredita intervistata da Corriereuniv.it: “Su di me una scarica di botte in testa”

“Gli studenti del tirocinio che erano con me non sono stati malmenati ma sono rimasti molto turbati – racconta a Corriereuniv.it la professoressa -, a me è arrivata una scarica di botte in testa. C’erano altri colleghi ma chi si intrometteva riceveva una scarica gratuita. Io sono costernata. A me dispiace per gli studenti, ho anche chiesto una proroga per andare a lezione e poter parlare con gli studenti perché in quel momento ho visto i loro volti terrorizzati. Erano dei ragazzi, da noi i tirocini iniziano dai primi anni”.

La docente conferma che un’aggressione fisica di questo tipo in quella struttura pubblica non ci fosse mai stata. “Quello che è strano è che non fosse una cosa improvvisa – afferma -. Credo che in generale ci sia minor fiducia nella professionalità altrui, che venga messa in dubbio costantemente: medici, docenti, infermieri ecc. Oggi tutto è talmente fruibile, disponibile, che non c’è più il riconoscimento della competenza. Con questo non voglio dire che non si possano fare degli errori, che sono umani, ma credo che in prima ipotesi ci sia quello”. Tanta la solidarietà di colleghi, studenti e corpo docente anche esterno: ” Questa è sicuramente la parte positiva – sottolinea -. Però non saprei dire se resta l’amarezza, lo stesso senso che ho provato ieri quando hanno iniziato a picchiarmi e ho pensato ok aspetto prima o poi finiranno”.

Il Direttore del Dipartimento: “Ora bisogna far capire agli studenti che non sono in pericolo”

La comunità universitaria, docenti, studenti e organi di Ateneo questa mattina saranno protagonisti di un intervento della prorettrice Rita Mastrullo proprio sul fatto. “Vogliamo dire ai studenti che quello che hanno vissuto è stato un episodio isolato, che sono al sicuro – dichiara a Corriereuniv.it il prof. Aniello Anastasio, Direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria della Federico II -. Gli effetti collaterali più impattanti sono stati sugli studenti più giovani che passavano di lì. Sono rimasti scossi”. Il docente ha fatto tutta la carriera accademica proprio nel Dipartimento di Veterinaria, fin dal dottorato. “Mai una situazione limite come quella. Ci sono stati 15 minuti di violenza ingiustificata. Capiamo il dolore ma non il picchiare donne e studenti”.

“Il cane ci è stato portato già in condizioni non rosee e lo si evince dalla cartella clinica i cui dati una volta inseriti nel sistema noi non possiamo modificare. Ed è questo che abbiamo detto fin da subito a chi è venuto lì, che poteva fare la richiesta di accesso agli atti e portarli in tribunale nella massima trasparenza“, afferma il docente. “Da noi il cane è stato ricoverato come randagio a nome di una presidente di un’associazione animalista. Personalmente dopo il fatto mi hanno scritto varie associazioni animaliste che si dissociavano da quanto avvenuto e che ricordavano l’aiuto che abbiamo sempre dato nelle cause di maltrattamenti”.

C’è chi dice che manca la sicurezza, delle guardie armate nei presidi ad esempio. “Non è neanche una questione di aumentare la sicurezza perché il quartiere ci conosce – afferma Anastasio – abbiamo un ottimo rapporto, il weekend abbiamo un presidio in Piazza del Plebiscito in cui facciamo consulenza diagnostica gratuita per cani e gatti”. Per il direttore l’aumento degli attacchi ai sanitari dipende anche dal background di chi li fa: “Manca alle volte un comportamento civile. Poi si può sempre migliorare sul lato front office. Ad esempio come Dipartimento abbiamo inserito nell’ordinamento un’insegnamento che partirà il prossimo anno sul come comunicare eventi infausti, con uno psicologo, però non è quanto è avvenuto l’altro ieri”.

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