Medicina “fa le scarpe” a Formazione

Il mondo degli educatori e dei pedagogisti, dagli aspiranti ai lavoratori, è in pieno caos. La confusione generata dal decreto ministeriale del ’98, il 520, che conferiva alle facoltà di medicina la possibilità di istituire il corso di laurea in educatori professionali, è divenuta oramai ingovernabile.


Una vera e propria invasione di campo che ha prodotto sovrapposizioni e sostituzioni nel mondo del lavoro. Due mondi e due mentalità diverse, quella medica e quindi specialistica su un fronte e quella umanistica, che guarda all’uomo e al suo benessere nell’insieme sull’altro, ora sono in pieno scontro. La battaglia è stata sollevata dall’APEI, l’Associazione Pedagogisti ed Educatori italiani che ha cominciato a raccogliere richieste d’aiuto da parte dei soci. Veniva chiesto loro di cambiare qualifica, di licenziarsi per poi lavorare a prestazione o ancora di aggiungere un nuovo titolo.

Gli ambiti erano per lo più quelli del settore sanitario come i centri di riabilitazione che vedono, da sempre, educatori professionali affiancarsi ai medici per la rieducazione dei bisogni primari e relazionali.“Quello di medicina è stato un fallo a gamba tesa” commenta Alessandro Prisciandaro, Presidente APEI. “Il corso di area medica ha raggiunto da subito un gran successo perché è un titolo abilitante, prevede un albo e offre l’opportunità, alle aziende e cooperative, di risparmiare sull’operatore il costo dell’Iva negli accordi con le Asl”. Intanto tra gli educatori c’è spavento e nervosismo e c’è gente che a 40 anni perde il lavoro. Il problema è grosso anche perché a giugno è prevista la sanatoria che riguarda l’equivalenza dei titoli conseguiti entro il 17 marzo 1999. Una sanatoria retroattiva di ben 11 anni che svuoterà di senso e titolarità migliaia di titoli conseguiti dall’aprile di quell’anno ad oggi e che l’APEI propone di spostare ad oggi.

E dalle facoltà di scienze della formazione? Quale azione o risposta dagli organi di governo degli atenei che in questi anni hanno accolto a flotte – perché non è previsto il numero chiuso – migliaia di giovani? Intanto c’è da dire che come per magia è sparito nelle offerte formative l’ambito sanitario come possibile sbocco occupazionale e, come riferisce il Presidente APEI, c’è la tattica del silenzio. Tra gli studenti così c’e un gran fermento. Scrivono ai rettori e chiedono assemblee. Domani si riuniranno a Roma Tre nell’aula studio 37 per creare una class action, con l’appoggio dell’UDU che ha messo a disposizione un ufficio legale, contro la pubblicità ingannevole e il 25 febbraio l’APEI si riunirà a Napoli presso l’Istituto di Suore Sant’Eligio per un confronto e per avanzare possibili soluzioni.“Non so dove si arriverà – conclude Prisciandaro – di una cosa siamo certi: occorrono educatori, ri-vogliamo la facoltà di pedagogia”.

Ivana Berriola

Dichiarazioni del Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

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