L’educazione al tempo dei Social

Internet ha pervaso le nostre vite ed è fondamentale conoscerne opportunità e criticità per gestire in modo appropriato le proprie risorse. Socializzarsi dunque sì, ma con saggezza. Stefania Capogna – ricercatrice sociale ed esperta di Education e distance learning ed autrice del libro “Socializzarsi con, nei, social media” – ci offre tramite una scrittura discorsiva, leggera e puntuale la ridefinizione dei nostri spazi di vita, delle relazioni sociali e lavorative a contatto con l’immersività digitale. La comunicazione rappresenta il processo di socializzazione ed educazione del soggetto e dunque, in un’epoca completamente rivoluzionata dalla rete, è essenziale che i sistemi educativi, economici e socio-culturali ne consentano l’accesso e predispongano gli strumenti conoscitivi per un uso consapevole. <<La diffusione della rete non dispone, e non conduce al declino della scuola come vorrebbero quanti parlano di de istituzionalizzazione, ma certamente richiede urgentemente l’avvio di un rinnovamento interno e radicale>>. Mediante un’analisi lucida dei processi di socializzazione, Capogna evidenzia come sia importante favorire una conoscenza critica, scevra da visioni ideologiche fondate su facili entusiasmi o preoccupanti allarmismi. In un universo in metamorfosi, in cui le declinazioni digitali di ogni aspetto formativo e professionale dell’individuo, le scienze sociali possono svolgere un ruolo principe nella descrizione e comprensione delle modalità con cui la rete cambia il modo in cui le persone apprendono e si relazionano. La rete ci cambia, ma siamo noi che dobbiamo indirizzare il processo di cambiamento, prendendo a prestito le parole della nostra ricercatrice <<L’educazione, intesa come sviluppo integrale della persona, è l’unica via di empowerment e autorealizzazione del soggetto, dunque di responsabilizzazione nei riguardi di una cittadinanza attiva e partecipativa>>. Si apre un ventaglio indefinito di possibilità di studio e di ricerca per individuare spazi di apprendimento e autorealizzazione per i “digital natives”. Cogliamo la sfida in una dimensione intergenerazionale.

Amanda Coccetti

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