Il magnifico si è detto favorevole al nuovo disegno di legge, vedendo nelle parole merito e valutazione la vera svolta positiva per gli atenei italiani che saranno “obbligati ad analizzare i propri comportamenti e i risultati conseguiti”. Frati è in sostanza convinto dell’opportunità di questo processo di valutazione e di assegnazione delle risorse sui risultati raggiunti, anche se ne resta critico sul metodo.
Alla Sapienza intanto c’è già un grande fermento per anticipare i tempi della riforma. “Abbiamo chiuso il 18% dei Corsi di Laurea, accompagneremo i fuori corso alla conclusione degli studi con azioni di tutoraggio, accorperemo i Corsi di Laurea di una stessa classe quando i dati di produttività ne dimostrino l’inefficienza, introdurremo progress test per valutare il grado di preparazione degli studenti, incentiveremo lo sbocco occupazionale dei nostri iscritti e l’esenzione dalle tasse sarà garantita ai più meritevoli”.
Frati chiarisce: “quando avremo dimezzato le Facoltà, diminuito del 60% i Dipartimenti, azzerato i fondi di rappresentanza, soppresso i Corsi di Laurea a bassa numerosità, adottato un codice etico-deontologico, fatti giudicare all’esterno i progetti di ricerca, cos’altro si potrà fare con la Regione Lazio che pensa di far finanziare la sanità all’università?” Con i tagli previsti a partire dal prossimo anno saremo costretti a chiedere al Governo la nomina di un Commissario, certi comunque di aver fatto tutto quanto nell’interesse degli studenti e della società e soprattutto con la coscienza a posto”.