La Maturità di Isabella Ragonese

Il count down al fatidico giorno è iniziato. Oltre 450mila studenti tra poco più di un mese affronteranno la Maturità. Noi iniziamo a “scaldare i motori” raccontandovi l’esame di un’attrice simpatica e intelligente come Isabella Ragonese.
Al teatro come alla maturità. Hai di fronte un pubblico e devi imparare a conoscerlo, capire come divertirlo o farlo piangere, perché tutto dipende da te. Isabella Ragonese, al cinema nei panni di Marta, la protagonista di “Tutta la vita davanti”, ha capito che ogni platea si differenzia dall’altra e l’attore, come il maturando, non può ripetersi sulla scena.
Facciamo un passo indietro, da Marta neolaureata con lode in filosofia a Isabella diplomata in….
Maturità classica, anno 1999.
Nel 2000 hai conseguito un diploma di recitazione presso Scuola Teatès. Attrice e studentessa, quanto è stato difficile portare avanti parallelamente le due “carriere”?
Ho iniziato a 14 anni a coltivare la mia passione per il teatro e non ho mai pensato a questo in termini negativi. Il teatro non toglie, ma dà. Un valore aggiunto che mi è servito anche durante i miei studi.
In che modo?
Certo, non mi ha aiutato in materie come la matematica o il greco, dove andavo malissimo. Ma mi ha fatto acquisire una maggiore sicurezza. Il teatro ti insegna a relazionarti con i professori, con i tuoi compagni e a non ripetere sempre le stesse cose. La scuola dovrebbe aprire a questi mondi, per offrire agli studenti una formazione rivolta all’ascolto.
Vincitrice di diversi concorsi per artisti emergenti, si può dire che la tua prima prova con la vita non è stata certo la maturità?
La prima prova è stata salire sul palco per le premiazioni. Una sensazione forte, difficile da dimenticare.
Dicono che la notte prima degli esami non si scordi più. La tua come la ricordi?
Premesso che durante il giorno ho sempre avuto seri problemi di apprendimento, ho seguito la mia natura. Dormire tutto il pomeriggio e poi riversare il mio genio alle 3 di notte. Ovviamente studiando cose che non c’entravano con il programma e facendomi guidare dalla mia curiosità. Diciamo, poi, che la tensione mi ha aiutato ad incamerare tutto più in fretta
Classe ‘81, anche tu hai sperimentato l’emozione di portare tutte le materie. Meglio concentrarsi sulle prove scritte o sull’orale?
Io punterei sull’orale. Durante lo scritto puoi fare affidamento sulla solidarietà generale che in quei giorni aleggia nell’aria, e poi hai sempre due amici fidati: una cintura e tanti fogliettini di carta. L’orale è invece il momento in cui ti confronti con la commissione. Ma se la coinvolgi, la appassioni ai tuoi intersessi puoi anche permetterti di sfuggire a qualche domanda critica.

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