“Il rilancio della cultura tecnica e professionale – ha affermato il ministro di Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini – è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e perché consente una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale, in contrasto con i rischi di dispersione scolastica”.
Insomma: “I nuovi regolamenti vanno in continuità con il già annunciato scopo di rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale – ha ribadito il ministro – che ha già dato importanti risultati come un aumento del numero degli iscritti già per il prossimo anno, soprattutto nelle regioni con maggiore presenza industriale”.
Peraltro – come dimostrano recenti indagini – esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell’offerta (300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti). Dunque, la Gelmini sulla scorta di questi dati ha affermato che: “Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro”. Un trend, quello del settore tecnico-scientifico, che è in costante crescita anche in ambito universitario: perché le matricole guardano soprattutto agli sbocchi occupazionali.
Manuel Massimo