Il Garante boccia il sistema anti copioni per gli esami a distanza della Bocconi

Niente riconoscimento facciale per gli esami a distanza all’università. È quanto ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali, accogliendo le rimostranze di uno studente inglese della Bocconi che si è battuto contro il sistema “Respondus” utilizzato dall’ateneo milanese che sfrutta i dati biometrici degli studenti per evitare scambi di persona e copiature durante gli esami in remoto.

L’ateneo si era affidato all’azienda americana Respondus per controllare la validità di circa 70mila prove scritte durante la fase di lockdown e di didattica a distanza. “Occorreva trovare una soluzione in tempi strettissimi la maggior parte degli studenti è fuorisede e il 19% di nazionalità non italiana” hanno spiegato dall’ateneo al Resto del Carlino che oggi pubblica la notizia della bocciatura.

Il sistema scelto ha due componenti: ‘lockdown browser’, che proibisce di aprire altre pagine per evitare ‘copia e incolla’, e un monitor che cattura le immagini video e lo schermo dello studente identificando e contrassegnando i momenti in cui sono rilevati comportamenti sospetti, come potrebbe essere una sbirciatina fuori dallo schermo, attraverso anche delle fotografie scattate a intervalli causali.

Per il Garante però si tratta di un sistema non conforme: nell’informativa sul trattamento dei dati personali non si faceva minimamente menzione alle fotografie che sarebbero state scattate. Inoltre non erano specificati i tempi di conservazione dei dati né il loro trasferimento nei server del programma negli Stati Uniti. Per questo adesso la Bocconi è stata condannata a pagare una multa di 200ila euro. Somma che potrà essere dimezzata se l’ateneo deciderà di pagare entro un mese.

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