Il Covid azzera anche lo sport tra i giovani: quasi uno su tre ha abbandonato l’attività che praticava prima della pandemia

Giovani più tristi e ansiosi in tempo di pandemia a causa della difficoltà di fare sport. È la fotografia scattata da un’indagine di Ipsos in merito all’incidenza del Covid sullo sport presentata oggi a Roma nel corso dell’evento ‘Pronti, ripartenza… Sport!’ organizzato dal sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, e che ha visto la presenza delle più alte autorità dello sport nazionale.

Secondo l’indagine gli attivi pre-Covid che praticavano sport erano il 73% nella fascia 6-13, il 59% in quella 14-19 e il 20% tra gli adulti. Con l’avvento della pandemia però gli abbandoni sono stati molto elevati: il 48% tra i piccoli, il 30% tra i ragazzi e il 26% tra gli adulti. Un terzo di coloro che hanno continuato ha cambiato attività e più della metà ha cambiato modo di fare sport, con attività all’aperto e home fitness. Tra chi ha lasciato tanti (69% tra i giovanissimi e 55% tra i ragazzi) provano tristezza, 58 e 53 apatia, 56 e 40 ansia.

“Questo studio – ha commentato Vezzali – ci fa capire che le politiche sportive non possono più prescindere dai dati scientifici. Dobbiamo continuare a investire sulla ricerca. Il Covid ha travolto tutto il mondo sportivo, ma proprio lo sport ci insegna che non bisogna mollare mai e non bisogna mai arrendersi, soprattutto oggi che c’è da ricostruire e ripartire. Oggi non siamo qui a parlare ma a presentare quanto il Governo sta mettendo in campo con le sue strutture: è la potenza di fuoco che l’Italia sta mettendo al servizio dello sport”.

L’Italia, è stato rimarcato durante l’evento che si è svolto al Foro Italico, è al 25esimo posto in Europa per cittadini con vita attiva, 5 milioni di persone sono in sovrappeso o obese e 25 milioni i sedentari: il costo annuo per curarli a carico del sistema sanitario e di 9 miliardi, risorse che “potrebbero essere reinvestire nello sport” hanno concluso gli organizzatori dell’evento.

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