I clown-dottore che regalano sorrisi ai bambini.
La dottoressa Piperita nella vita reale si chiama Irene, ha 27 anni e da 9 lavora all’interno degli ospedali come clown-dottore per alleviare le sofferenze dei più piccoli. È arrivata al campo solo da due giorni ma “mi sembrano 20”, racconta, “in queste 24 ore sono cresciuta come mai in vita mia”. Le chiediamo di cosa si occupa qui al campo: “Noi facciamo divertire i bambini che altrimenti non so cosa farebbero in mezzo alle tende e tra la paura dei “grandi”. Loro, i bambini, non hanno paura perché sono inconsapevoli del pericolo; i genitori, invece, vivono nell’ansia. Per questo motivo c’è capitato di lavorare anche con gli adulti, molti di loro hanno solo bisogno di qualcuno con cui parlare e scherzare per spezzare la tensione continua”.
Subito dopo Irene ci racconta un aneddoto: “Quando c’è stata la scossa forte delle 19:42 stavo giocando con i bambini e ho sentito il pavimento ondulare come se stessimo su una barca; non potevo farmi prendere dalla paura, altrimenti l’avrei trasmessa ai bambini. Ho gridato ‘vediamo chi fa il salto più alto’; loro si sono messi a saltare e non si sono accorti che la terra, sotto, stava tremando. Subito dopo sono arrivati i genitori in preda all’ansia”. Quello del clown-dottore è non è un compito facile: ridere e far ridere, in questi frangenti, sembra davvero impossibile. Ma ora lasciamo Piperita alla sua missione: i bambini la reclamano.
Quando l’unica prospettiva è cambiare città
“In più, qui non potrò nemmeno tornare a lavorare: sono un consulente per un’azienda che vende elettrodomestici particolari per la pulizia della casa. Il mio lavoro si svolge su appuntamenti fissati a domicilio nelle case per fare delle dimostrazioni pratiche e presentare il prodotto: facevo 2-3 appuntamenti al giorno e si guadagnava anche abbastanza bene. Ora che le case non ci sono più, però, dovrò necessariamente cambiare città”.
Simone non vuole cambiare lavoro e ora si trasferirà a Milano dove ha dei parenti. Alla domanda “cos’è il futuro?” risponde che il futuro, per ora, è semplicemente l’ora dopo: “Il futuro per chi ha perso tutto e ora deve convivere con la paura, è solo il tempo che passa tra una scossa e l’altra”.
Anche gli stranieri nel vortice della tragedia
“È stata una paura indescrivibile” – racconta mentre il ricordo le spezza la voce e le fa gli occhi lucidi – “io sono uscita per ultima dal palazzo che stava crollando alle nostre spalle perché la signora anziana fa fatica a camminare e l’ho dovuta aiutare a scendere le scale”. Alina ha salvato la donna anziana prima di salvare se stessa. “In Romania non ci sono terremoti, non siamo abituati ad eventi di questo genere” – afferma Ciprian – “non ho mai visto niente del genere in vita mia”.
Vicino l’area per i bambini una giovane donna spinge una carrozzina; il suo bambino ci sorride, ignaro della tragedia in cui è caduto. Vengono dal Perù ed hanno perso la casa: “Qui ci danno molto aiuto, coperte e cibo; ma la notte fa freddo e in tenda siamo in dieci. La paura, poi, non ci fa dormire”. La donna cessa di parlare, ha gli occhi velati: smettiamo di fare domande e le auguriamo buona fortuna.
Carlotta Balena