Ricordando quindi che i requisiti per partecipare al concorso sono essenzialmente due: assunzione a tempo indeterminato e 5 anni di lavoro a tempo indeterminato, spiegano che in base alla normativa europea «è vietata la discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato». Sulla scorta di queste considerazioni il Comitato dei precari invita il ministero a «rimuovere preventivamente la barriera di accesso relativa all’assunzione a tempo indeterminato ritenendo sufficienti i cinque anni di lavoro nello Stato, maturati anche da tanti insegnanti meritevoli assunti a tempo determinato». Invita quindi i parlamentari delle Commissioni Cultura di Camera e Senato a fare propria questa proposta.
Dal canto suo l’Anief è pronta a far partire i ricorsi. «I cinque anni di servizio previsti dal legislatore come requisito di accesso, possono essere stati svolti anche con contratti a tempo determinato e non soltanto dopo la nomina in ruolo. Con i ricorsi individuali avverso l’esclusione dal bando di concorso prossimo alla pubblicazione (entro il 1 luglio) l’associazione – spiega una nota – in primo luogo, chiederà ai giudici di consentire ai ricorrenti di partecipare al bando di selezione con riserva della sentenza di merito, di disapplicare, quindi, la normativa nazionale (DPR 140/2008) perchè in contrasto con la normativa comunitaria, ed eventualmente, di sollevare alla Consulta questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, c. 618, della legge 296/2006».
Fonte: Ansa