“Nella casa dello studente vivevano giovani con ottimi voti che erano ospitati proprio per il merito e perché non avevano ottime condizione economiche – ha continuato la Gelmini -. Il prezzo pagato è pesantissimo, i danni sono molti, le scosse continuano, i dati che abbiamo sono abbastanza precari. Ma oggi mi hanno colpito alcune frasi come ‘La scuola deve tornare all’Aquila’, ‘Si ricomincia dalla scuola’. Io parto da queste affermazioni per dire che da parte mia c’è l’impegno ad essere presenti per consentire un ritorno alla normalità. È chiaro che inizialmente sarà una parvenza normalità, ma il ripristino dell’attività scolastica potrebbe contribuire molto in questo senso”.
Il ministro si è già data appuntamento con il dirigente scolastico regionale Carlo Petracca e gli altri rappresentanti dell’istruzione abruzzese per vedersi di nuovo mercoledì prossimo. L’intenzione è quella di riaprire presto le scuole non direttamente coinvolte.
“Nella prima fase intendiamo riprendere le attività in tensostrutture per intrattenere i ragazzi – ha continuato il ministro – abbiamo a disposizione 110milioni di euro per una prima riorganizzazione delle scuole. Inoltre col dirigente Petracca abbiamo concordato emendamenti alla normativa in vigore per far sì che gli studenti possano iscriversi in tutte le scuole della regione. La scuola al momento può alleviare il dolore della famiglie e dare parvenza di ritorno alla normalità”.
“Anche il rettorato è gravemente lesionato – ha concluso il ministro -. Il rettore Fernando Di Orio ci ha chiesto di dare priorità alle borse di studio e aiuti finanziari. Noi appoggiamo il rettore che non vuole delocalizzare, perché l’università qui è anche un volano di tipo economico. È stato solo un primo punto di ricognizione dello stato dell’arte, dalla prossima settimana saremo di nuovo qui perché questo territorio non può essere lasciato solo, abbiamo il dovere di dare il massimo supporto anche dal punto di vista operativo. La gente dell’Abruzzo è forte e ha voglia di riscattarsi da questa tragedia. Non avremo pace finché qui non sarà ripristinata una buona qualità di vita”.