Ermal Meta a CorriereUniv: «Il patriarcato va cambiato dall’interno»

Ermal Meta e Noemi durante la Conferenza Stampa del Primo Maggio 2025

Ermal Meta e Noemi durante la Conferenza Stampa del Primo Maggio 2025

Il cantautore Ermal Meta sarà tra i conduttori del Concerto del Primo Maggio a Roma con le colleghe Noemi, Big Mama e il Prof. Vincenzo Schettini. L’artista, impegnato da anni nella Fondazione contro la violenza sulle donne Una nessuna centomila, torna sulla dichiarazione rilasciata durante la prima tappa del suo tour: «come uomo sono spaventato dal mostro che dorme dentro di me, ma non perché io tema di essere un potenziale assassino, come in tanti invece mi hanno scritto».

Ermal Meta risponde così alle polemiche scaturite a seguito del fraintendimento delle sue dichiarazioni: «affermo e confermo quello che ho dichiarato, ma è un qualcosa di più concettuale. Quando io e la Fondazione di cui faccio fieramente parte ci riuniamo nei laboratori, ci chiediamo sempre “ma noi uomini cosa possiamo fare? cos’è che possiamo dire noi?”». Il patriarcato – prosegue l’artista – «è un sistema che ci dà un imprinting, a tutti, perché ne facciamo parte e questo sistema va cambiato dall’interno, a partire dall’educazione».

Musica e diritti: il palco del Primo Maggio come megafono sociale

Quando si parla di violenza di genere, o più genericamente, della subordinazione esercitata dagli uomini contro le donne, capita spesso di incontrare quella persona che ci tiene a precisare che non tutti gli uomini però sono così, non tutti gli uomini sono stupratori o assassini. Così come la maggior parte delle accuse rivolte ingenuamente a Ermal, il quale, però, stava proponendo una riflessione ben più profonda.

Tutti gli uomini, infatti, – e da qui lo slogan all men – fanno parte di un sistema patriarcale che pone il sesso maschile in una posizione di privilegio. Dire all men significa riconoscere questo privilegio, metterlo in discussione e iniziare a riflettere sulle possibilità di dissociarsi da questo sistema. «Il fatto che io cammini per strada all’una di notte senza avere paura, perché sono un maschio, mi dà fastidio» – continua Ermal – «perché poi penso a mia sorella, a mia madre, alla mia ragazza, che invece hanno paura, e questa cosa mi fa sentire un privilegiato, senza averlo scelto». All men è uno slogan che chiede a tutto il genere maschile di riconoscere, oltre al proprio privilegio, la violenza implicita che ciascun uomo agisce – dalle semplici e normalizzate “battute da spogliatoio”, al catcalling e al mansplaining – e le strutture sociopolitiche che la favoriscono.

Il Primo Maggio 2025, oltre alla sicurezza sul lavoro, sarà dedicato anche alla dignità della persona e ai diritti. Come afferma Noemi in conferenza stampa, anche lei impegnata da anni contro la violenza di genere, «questo palco è il luogo dove la musica racconta il nostro Paese, le parti belle e quelle brutte». Ci sarà spazio allora per portare un messaggio così importante e educativo sul palco del Primo Maggio? Non ci resta che attendere… e sperare.

Luigi Bevilacqua

Leggi anche altre notizie su CorriereUniv

Seguici su InstagramTikTok e Facebook

Exit mobile version