È questa la triste istantanea che salta fuori da un’indagine realizzata dal “Corriere dell’Università e del Lavoro” nel mese di gennaio. Trecentosettantacinque studenti universitari hanno risposto a cinque domande sulle possibilità di proseguire, dopo gli studi, la carriera accademica e i risultati parlano di un esercito di giovani sfiduciati, che preferisce lavorare subito dopo la laurea piuttosto che continuare a studiare. Anche perché, dubitano che basti essere preparati per farsi spazio nei corridoi degli atenei.
Ma andiamo con ordine e vediamo passo passo cosa pensano gli universitari del percorso per diventare docenti. Alla domanda “dopo la laurea proveresti a sostenere l’esame per frequentare un dottorato”, uno su tre preferisce trovare subito lavoro; quasi uno su quattro invece non lo farebbe perché non conosce nessun professore e quindi crede che non avrebbe speranze. Il 22% non ci ha ancora mai pensato, mentre solo il 18,6% dice che gli piacerebbe provarci.
E se si trattasse di consigliare di intraprendere un dottorato di ricerca ad un compagno di corso particolarmente bravo, come reagiscono gli studenti? La maggior parte di loro (23,4%) lo consiglierebbe solo a chi è anche molto ricco, perché altrimenti rischierebbe di fare la fame. Un altro 22% solo a chi conosce docenti potenti e il 15% lo sconsiglierebbe perché la carriera universitaria è troppo lunga e uno su dieci la sconsiglia perché è un percorso professionale che richiede troppe sottomissioni. Solo uno su cinque pensa che sia un bel percorso professionale da suggerire.
Sulla questione “chi può ambire alla carriera universitaria”, quasi il 70% non parla di solida preparazione e intelligenza, ma di aspetti ben diversi dalle doti intellettive. Il 23,5% afferma che vi possono ambire le persone che sanno mettersi in mostra con i docenti; il 23% quelle che non hanno bisogno di guadagnare per vivere e un altro 23% le persone che accettano di stare ai giochi interni ad ogni ateneo. Solo il 21,5% degli intervistati afferma che possono ambire alla carriera universitaria persone molto preparate e intelligenti.
E infatti la domanda successiva conferma lo scetticismo che regna tra i giovani. Quando abbiamo chiesto se un ricercatore molto preparato può facilmente superare tutti gli step per diventare docente ordinario solo il 15% pensa che se studi e ti impegni arrivi dove vuoi. Il 70% complessivamente invece ritiene la preparazione di seconda importanza e precisamente: il 27% ritiene che l’essere preparato non serve se si è protetti da un potente; il 23% dice che la preparazione non basta perché servono anche buoni agganci; mentre uno su cinque crede che se non si hanno gli agganci giusti ci vuole il triplo del tempo.
Infine, sui motivi per cui gli atenei bandiscono i concorsi, chi ritiene che lo facciano per permettere a determinate persone di fare avanzamenti di carriera (43,7%) supera di gran lunga chi invece pensa che sia una risposta a reali esigenze didattiche (28%).