Dieci anni in Ateneo per la doppia laurea: “Ma ora sono troppo vecchia per lavorare”

Il caso di Chiara: Avrebbe potuto concentrarsi negli studi per soli cinque anni, ma in Italia è vietato iscriversi a più corsi contemporaneamente. E ora lancia un appello alla Carrozza “Abroghiamo questa legge”. Dopo la lettera ospitato proprio su queste pagine a favore delle due lauree contemporanee, ecco un’altra testimonianza dal sistema universitario italiano.

 

“Se c’è chi ama studiare, è inutile impedirglielo, soprattutto se in Europa funziona diversamente”. Chiara, ci racconti la sua storia con la doppia laurea.

Ho 31 anni e, dopo due lauree quinquennali, in Lingue Orientali e in Giurisprudenza, sto frequentando un PhD in diritto giapponese, in co-tutela Italia-Giappone. Per poter svolgere correttamente il mio progetto di ricerca, che abbraccia due discipline molto diverse tra loro, sono stata costretta a studiare per dieci anni presso due Università italiane, pagando quindi circa 20.000 € di tasse universitarie.
Negli altri paesi europei, invece, gli studenti possono iscriversi contemporaneamente a due corsi universitari, conseguendo la doppia laurea al termine dei cinque anni.
Forse, per chi non è del settore, è difficile capire per quale motivo la mia ricerca presupponga due lauree, ma il punto non è questo: anche se io potessi fare a meno della cooscenza della lingua e della cultura giapponese, dovrei avere comunque il diritto di approfondire la mia conoscenza come più mi aggrada, senza essere vincolata da un numero massimo di crediti da conseguire in un anno o da barriere amministrative che mi facciano perdere anni preziosi.
28915_389928557878_1350586_nPensa di essere rimasta 10 anni parcheggiata in una Facoltà?

 Ci sono studenti che, per immaturità o poca voglia di studiare, impiegano dieci anni per conseguire un’unica laurea. Il mio caso è diverso, perché nel frattempo ho impiegato il mio tempo lavorando come insegnante e traduttrice, impegnandomi nel Rotaract e crescendo una figlia. Ma, se fossi stata all’estero, avrei potuto concentrarmi negli studi per soli cinque anni e conseguire la doppia laurea, invece che perderne altri cinque all’università, durante i quali avrei potuto concludere la pratica forense e diventare avvocato.

Quali sono le sue prospettive di lavoro e quanto ha inciso il “tempo perso” della doppia laurea?

 Dato che in Italia è vietato frequentare contemporaneamente due corsi di laurea (anche nello stesso Ateneo), mi sono dovuta laureare due volte, immettendomi nel mercato del lavoro a 30 anni invece che a 24, e mi sono sentita dire dire dai recruiter che ormai sono “troppo vecchia”, dato che in Europa i giovani si laureano a 22 anni. Anche i concorsi pubblici prevedono spesso un limite di età, quindi mi sono trovata esclusa persino da quelli.

Inoltre, quando finirò il PhD avrò circa 34 anni, mentre mia figlia sarà già al primo anno di liceo, e dovrò quindi aspettare il limite massimo d’età per poter andare in pensione (cioè, con tutta probabilità, avrò circa 70 anni!).

Se le fosse stata data la possibilità di prendere due lauree contemporaneamente pensa che oggi sarebbe in una posizione migliore?

Sicuramente sì. Non solo avrei avuto maggiori opportunità di carriera, ma sarei stata anche più tranquilla a livello personale, perché molti criticano la mia scelta dicendo che “la laurea è inutile” e che “chi studia non ha voglia di lavorare”. L’opinione pubblica italiana non brilla certo per amore verso la cultura.

Ha un appello da rivolgere al ministro Maria Chiara Carrozza?

Vorrei che il Ministro si impegnasse a far abrogare l’art. 142 del Regio Decreto 31 agosto 1933 n. 1592, che vieta la contemporanea iscrizione a più corsi universitari, in modo da premiare gli studenti più volenterosi e meritevoli. E se fosse possibile, vorrei che proponesse delle riduzioni delle tasse universitarie per chi frequenta due corsi di laurea. Vogliamo finalmente premiare la cultura?

 

Anna Di Russo
Raffaele Nappi
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