Dal sogno al progetto: una napoletana vola in Australia al G(irls) 20

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Occhi vispi color nocciola, parlantina brillante e idee piuttosto chiare. Eclettica e versatile ama le lingue, la moda, la matematica, l’arte, il cinema. E’ questo in breve il profilo di Caterina Milo (in foto), la diciannovenne napoletana, al primo anno di Giurisprudenza alla Federico II, che rappresenterà l’Italia al prossimo G(irls) 20. Il summit riunirà 24 giovani donne con lo scopo di potenziare il loro empowerment e poter generare processi di crescita e cambiamento nel proprio Paese e a livello internazionale.

L’iniziativa, alla quinta edizione, aprirà i battenti il prossimo 18 agosto a Sidney. I temi affrontati sono vari, dal lavoro all’inclusione, dall’imprenditoria alla sensibilizzazione sui diritti di base. L’obiettivo? “Change the world”. Il motore? Le donne.

 

Caterina, stai per vivere un’esperienza pazzesca. Com’è nata l’idea di partecipare?

E’ una storia un po’ strana. Già quattro anni fa desideravo partire per un campo di volontariato, magari all’estero, e cercando su google trovai il Girls 20 ma allo stesso tempo scoprii che era necessario essere maggiorenne. Io, all’epoca quindicenne, salvai il link nei miei preferiti avendo cura di “portarlo” con me di pc in pc. Ho sempre continuato a seguire le storie delle delegate che più mi interessavano e intanto è arrivata la maturità, la scelta dell’università e l’opportunità, lo scorso luglio, di partecipare al programma google global mentorship program.

Come è avvenuta la selezione?

Ho presentato semplicemente una lettera motivazionale e mi hanno scelto tra le 150 giovani di tutti i Paesi. Mi è stato assegnato un mentore, Tina, che da New York e per un anno mi ha sostenuto e aiutato, dai consigli pratici sull’università alle scelte in generale. Lei ha senz’altro giocato un ruolo fondamentale per la mia iscrizione poi al summit.

Racconta..

Non posso dimenticare il giorno, era il 21 gennaio e coincideva con il mio primo esame all’università: istituzioni di diritto romano. Un’emozione incredibile. Continuata la selezione sono arrivata tra le prime tre italiane fino poi a convincere la fondatrice del programma con un colloquio via skype.

Con quale risposta pensi di aver conquistato il ruolo di ambasciatrice durante il colloquio?

Forse quando mi è stato chiesto cosa pensassi della rappresentanza politica ed ho risposto che molti leader rappresentano se stessi e non gli altri, non sono in questo senso rappresentanti.

Quali caratteristiche cercano nelle future leader?

Qualità di leadership e idee di base da coltivare.

Quale idea progettuale porterai al summit?

Più che un’idea precisa ci viene chiesto di fare qualcosa dopo, al rientro. Il programma, di 10 giorni, è denso di iniziative, sono previsti workshop e laboratori. Il 25 e il 26 ci saranno i giorni di consultazione. Mi piacerebbe lavorare sulla sensibilizzazione dei diritti umani specialmente con e per i bambini.

E’ la strada che desideri tracciare per il tuo futuro?

Si. Ho sempre pensato di entrare a far parte di un’organizzazione internazionale, penso all’ONU. So bene che il percorso è lungo e comincerà da stage e tirocini ma le opportunità non mancano occorre cercarle e attivarsi.

Cosa porterai in Australia?

Un bel po’di coraggio! Indispensabile per parlare avanti a trecento persone all’Opera House di Sidney.

E tornerai..

Con tutto ciò che avrò imparato, nuove amicizie e un po’ più cresciuta.

 

Caterina ha aperto da poco un suo blog puoi scriverle a caterinasjournal.wordpress.com

 

Ivana Berriola

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