“Questo è un movimento aperto e la cittadinanza deve sapere dove stiamo, per seguire e partecipare alle nostre proposte, continuare a lavorare, sviluppare e apprendere nuove condizioni a livello di quartiere e municipale”, dichiara uno dei portavoce del 15 M alla stampa spagnola. “Ci muoviamo per espanderci”, sottolinea, ribadendo che l’assemblea che si è svolta prima dello smantellamento ha deciso di non appoggiare coloro che, a titolo individuale, rimarranno a Puerta del Sol.
Ora le ultime voci parlano di organizzare un accampamento itinerante: dalla piazza il movimento si dovrebbe spostare nei quartieri. Nello stesso tempo anche gli altri accampamenti, nati in oltre 60 città e legati al movimento noto come ’15-M’, ( il riferimento è al 15 maggio scorso, vigilia delle elezioni locali e regionali spagnoli) sono stati smontati. Il movimento passa quindi ad una nuova fase, fatta di assemblee di quartiere e proteste di strada.
L’Azione politica, intanto, fa nascere anche un altro movimento: quello ecologico. A Puerta del Sol è scattata l’operazione pulizia, denominata “Patena”: gli accampati hanno formato una catena umana per trasportare inserti di legno, tavoli, fino al Selur, servizio speciale di pulizia urgente del municipio di Madrid che collabora con gli indignati per garantire il riciclo.
Il lavoro di sgombro non è dei più facili: dal ritiro della cartellonistica sugli edifici, alle strade ancora tappezzate di manifesti e volantini. Ma i giovani spagnoli promettono di non lasciare nulla al caso: neanche i cartelloni e gli alloggi nati dalla loro protesta.