Cig, numeri record a marzo. Squinzi: “Lo stallo politico pesa”

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Numeri record per la cassa integrazione in Italia. E’ quanto emerge dalla segnalazione della Cgil, che parla di crescita del numero di cassintegrati con riferimento a marzo 2013 che tocca il + 22 %. La stima sull’anno arriva, invece, al 12 %. In cassa da inizio anno – segnala la Cgil – ci sono 520 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per 1 miliardo di euro, pari a 1.900 euro netti in meno per ogni singolo lavoratore.

A marzo 2013 le ore registrate sono state 96.973.927.E’ ancora una volta la meccanica ilo settore all’intero del quale si è fatto più ricorso allo strumento della cassa integrazione. Come scrive l’Ansa, secondo le elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio cig della Cgil, sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-marzo, la meccanica pesa per 94.263.712, coinvolgendo 184.109 lavoratori. Segue il commercio con 28.430.774 ore di cig autorizzate per 55.529 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 28.060.453 ore e 54.806 persone.

“Il sistema produttivo, e l’intero mondo del lavoro, sta letteralmente precipitando, trascinando dietro di sé l’intero Paese, travolto com’é da una valanga che non trova davanti a sé alcun argine”, osserva il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada. Per la dirigente sindacale “servono risposte con urgenza che mettano al centro il lavoro, a partire dal finanziamento della cassa in deroga e per questo saremo in piazza unitariamente il 16 aprile a Roma. Un appuntamento – spiega – che potrebbe rappresentare l’avvio di un percorso di iniziativa sui temi del lavoro”.

Nel dettaglio, Lattuada segnala “la forte preoccupazione determinata dall’aumento delle richieste di intervento sulle crisi di grandi gruppi industriali che non trovano risposte soddisfacenti e che rappresentano un ulteriore, inequivocabile segnale della profondità della crisi e della necessità di una politica industriale a tutela dei settori manifatturieri e dell’occupazione”.

Arriva, forte, anche il richiamo di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: “Lo stallo politico degli ultimi 50 giorni ci ha fatto perdere 1 punto di Pil”.

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