Il lavoro svolto dal gruppo di scienze chimiche guidato dalla professoressa Anna Musinu, ha portato alla sintesi di piccole particelle magnetiche (nanomagneti) che possono essere guidate dall’azione di un opportuno campo magnetico. Le nanoparticelle possono essere pensate come delle piccole navicelle capaci di navigare nel flusso sanguigno e dirette da un unico comandante (il campo magnetico).
Una delle loro possibili applicazioni è la somministrazione guidata del farmaco. Una volta “agganciato” il farmaco, le nanoparticelle possono essere guidate verso la zona colpita da tumore e, giunte nel punto desiderato, rilasciare il loro carico solo dove necessario. In questo modo il farmaco può agire in maniera puntuale senza recare danni ai tessuti sani circostanti.
Non solo. Per le nanoparticelle è in fase di studio un’altra importante applicazione biomedica: la distruzione di un tumore localizzato attraverso l’ipertermia. Le cellule cancerogene possono infatti essere soppresse innalzando la loro temperatura a 42.5ºC e mantenendola tale per più di 30 minuti. Guidati fino all’esatto punto in cui si trova il tumore, i nanomagneti possono agganciare le cellule tumorali e, sotto l’azione di un campo magnetico variabile di intensità opportuna, essere costretti ad oscillare liberando calore fino al raggiungimento della temperatura critica per la sopravvivenza delle cellule tumorali. Il fenomeno descritto è lo stesso che caratterizza il principio di funzionamento del forno a microonde.
Manuel Massimo