Arrestato il provveditore di Sondrio Fabio Molinari: “Pressione sui presidi per assumere giovani in cambio di denaro”

Immagine presa da Facebook

Qualche mese fa le perquisizioni nella sede dell’Ufficio Scolastico Provinciale, quello che una volta si chiamava Provveditorato agli Studi. Stamattina l’arresto del dirigente, quello che una volta si chiamava Provveditore, Fabio Molinari, posto agli arresti domiciliari da un’ordinanza del procuratore della Repubblica di Sondrio Piero Basilone, eseguita dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza dopo che il Gip ha riconosciuto la sussitenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari (si presume il pericolo di reiterazione del reato).

L’arresto

A Sondrio Molinari era chiacchierato da tempo, ma è sempre difficile distinguere le chiacchiere di una città da fatti concreti. Di sicuro avevano fatto scalpore le perquisizioni avvenute dopo un esposto dello scorso gennaio, con molteplici ipotesi di reato: concussione, peculato, indebita induzione e turbata libertà degli incanti. Al centro dell’inchiesta, la presunta distrazione di fondi pubblici, per scopi non scolastici, l’ingaggio di stagisti e pressione sui presidi della Valtellina per il reclutamento attraverso la cosidetta procedura di messa a disposizione (MAD) di giovane personale docente che, in cambio, versava parte dello stipendio sul conto corrente di un’associazione culturale a collegata a Molinari.

Ma le indagini, che sono partite a gennaio e che nei prossimi giorni si arricchiranno con nuovi testimoni da sentire e documenti da acquisire, riguardano pure l’utilizzo di fondi pubblici, ovvero “peculato per alcune irregolarità di spesa consistenti nella non corretta indicazione, come spese di rappresentanza, di acquisti connotati da altre finalità e dell’utilizzo di fondi destinati all’attività didattica per la realizzazione di progetti”, come si legge nella nota della Procura. Un documento con gli esposti sui presunti illeciti di Molinari è stato consegnato anche alla Procura di Cremona, città in cui Molinari reggeva l’Ufficio Scolastico provinciale.

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